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18 Novembre 2024

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Scommesse, cosa rischiano Fagioli, Tonali, Zaniolo e Zalewski

Tre anni di squalifica con possibile ‘sconto’ di pena se si patteggia o si collabora. Il nuovo caso scommesse che sta colpendo il calcio italiano rischia per i giocatori coinvolti di avere ripercussioni pesanti dal punto di visto sportivo. Al momento la Procura federale guidata da Giuseppe Chiné – che si muove in parallelo con quella della Repubblica di Torino – ha solo aperto un fascicolo. Per i giocatori finiti nel mirino degli inquirenti potrebbe essere contestata la violazione dell’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, secondo cui a ogni tesserato di squadre professionistiche “è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa”. Tutto questo a prescindere se abbiano o meno fatto scommesse sul calcio su piattaforme legali o illegali. Dal punto di vista sportivo infatti, il reato si configura in caso di puntate sul proprio sport, quindi i giocatori coinvolti avrebbero potuto scommettere su siti autorizzati su una partita di tennis o di basket ma non su una partita di calcio, di qualsiasi categoria.Lo stesso articolo al comma 3 parla di squalifica non inferiore ai tre anni ed è prevista anche una ammenda non inferiore ai 25 mila euro. Ma la sanzione potrebbe subire una riduzione in caso di patteggiamento o collaborazione del giocatore, finito sotto indagine. Una posizione collaborativa è stata presa dal giocatore della Juventus Nicolò Fagioli, che si è autodenunciato alla Procura federale. I suoi legali il 30 agosto scorso hanno anche informato la procura della Figc che il nome dello juventino figura nell’indagine della magistratura torinese. Quanto al patteggiamento, sono due i casi definiti dagli articoli 126 e 127: il primo consente ai soggetti ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini di richiedere, “con una proposta di accordo trasmessa a mezzo di posta elettronica certificata alla segreteria della Procura federale, l’applicazione di una sanzione ridotta o commutata, indicandone il tipo e la misura”. Si prefigura dunque una riduzione di pena anche del 50% alla chiusura delle indagini. L’articolo 127 invece prevede che “nel caso in cui l’organo giudicante reputi corretta la qualificazione dei fatti operata dalle parti e congrui la sanzione o gli impegni indicati, ne dichiara l’efficacia con apposita decisione”. In questo caso è possibile una diminuzione della sanzione di un terzo in caso di accordo tra il deferimento e la prima udienza. Prevista anche la ‘collaborazione’, come si legge nell’articolo 128 del Codice di giustizia sportiva: non costituisce un patteggiamento ma una semplice riduzione o commutazione della sanzione e, soprattutto, presuppone l’ammissione di responsabilità e la collaborazione da parte dei soggetti incolpati, che si traduce nel fornire nuovi elementi utili alla scoperta o l’accertamento di violazioni. In questo caso dunque se il giocatore rivela informazioni utili all’inchiesta la Procura federale può arrivare anche a uno sconto sostanzioso. La Procura della Figc dovrebbe notificare la chiusura delle indagini entro un paio di settimane, ovvero nei primi giorni di novembre. C’è infine da distinguere la posizione dal punto di vista sportivo, da quella penale. L’articolo 720 del codice penale, vieta le puntate su piattaforme illegali e per questo reato è previsto l’arresto fino a sei mesi e un’ammenda di 516 euro, che può aumentare in base alle cifre scommesse. Ma la pena può anche essere ridotta. 

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