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16 Settembre 2024

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Minniti: “Medio Oriente? Attenti ai giacimenti di odio nelle nostre società”

“Hezbollah potrebbe pensare che il preannunciato e imminente attacco di terra a Gaza, con la possibile ondata di protesta e di rabbia che attraverserà le capitali arabe e colpirà il sentiment dei musulmani, costituisca, anche dal punto di vista simbolico ed emotivo, il momento decisivo per schierarsi anche militarmente a fianco di Hamas. Si può anche dire che in questo quadro Hezbollah punta a far sembrare di essere stata trascinata nel conflitto”. Lo sottolinea a Quotidiano Nazionale Marco Minniti, Presidente della Fondazione Med-Or, ex ministro dell’Interno. “Si rischierebbe “un effetto domino che dal Libano può estendersi alla Cisgiordania e poi non sappiamo dove ci fermiamo”. Un possibile intervento diretto dell’Iran “è un rischio capitale che aprirebbe scenari assolutamente imprevedibili, ma, al momento, non è sul tappeto”. Israele “ha subito un atto di guerra con modalità tipiche del terrorismo della Jihad e di Islamic State: un orrore senza fine. Dunque, la risposta militare anche di una democrazia è giustamente legittima, ma si deve evitare che si tratti di una vendetta e il confine non è sempre facile da individuare, ma anche in guerra va mantenuto. Oltretutto Hamas è contraria all’evacuazione perché vuole utilizzare la popolazione come scudi umani”. Ci sono per Minniti tre Paesi chiave che possono aiutare a salvaguardare gli ostaggi: l’Egitto, il Qatar “che è il principale finanziatore di Hamas e contemporaneamente il major non-Nato Ally degli Stati Uniti”, e la Turchia. Va infine considerato che l’attacco di Hamas possa “portare alla riattivazione di giacimenti di odio che nelle nostre società non sono stati mai totalmente bonificati”. 

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