di Valeria Torri
Tre giorni fa il Ministro dell’istruzione Valditara aveva annunciato l’invio di ispettori nei licei milanesi dove alcuni studenti avevano manifestato in favore dei terroristi di Hamas.
E’ incomprensibile il gesto degli studenti che assumono una posizione inaccettabile. Ma il fatto che alcuni professori universitari possano sostenere apertamente ideologie oltranziste a favore delle ragioni di uno dei due popoli in guerra, giustificandone apertamente le atrocità perpetrate, è di una gravità e di una pericolosità indicibili.
Accade, infatti, che al Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II di Napoli venga bocciato il documento proposto dal Professore Luigi Caramiello, ordinario di sociologia, giornalista e conferenziere, che intendeva condannare le azioni terroristiche di Hamas di questi giorni. Quattro professori del Dipartimento si sarebbero rifiutati di votare la mozione contro gli atti criminali e a favore della liberazione immediata degli ostaggi.
Ma non è tutto. A Napoli, da qualche giorno, si assiste a un movimento pro Palestina che investe la città in ogni ambito. Per strada gli attivisti appendono ai monumenti i manifesti e i cartelli per la “Palestina libera”. «Il popolo palestinese non si fermerà adesso, continueremo nelle prossime settimane a Napoli e poi saremo alla grande manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma». E’ l’annuncio con cui si è concluso il corteo napoletano di venerdì scorso che ha visto la partecipazione di circa 800 persone e che si è sviluppato tra la zona della Stazione Centrale e il Vasto, dopo l’annuncio dell’intensificarsi delle operazioni belliche nella Striscia di Gaza. Jamal Quaddorah, Palestinese nato in Giordania, responsabile migranti della Cgil di Napoli: «siamo qui per la Palestina, non per Hamas. E’ sbagliato assimilare i palestinesi ad Hamas.»
Sul fronte opposto Carlo Calenda, in un post su X, stigmatizza in un punto elenco i fatti a sostegno delle ragioni di Israele, che qui si citano in sintesi: «I Palestinesi hanno eletto Hamas a Gaza e lo farebbero in Cisgiordania, se si andasse a votare. Hamas non vuole la pace con Israele, vuole distruggere Israele. I palestinesi hanno diritto ad avere uno Stato ma gli Israeliani hanno il diritto di difendere il loro. Entrambe le cose saranno possibili solo se Hamas verrà definitivamente sconfitta». Calenda aggiunge, però, che considera Netanyahu una sciagura per Israele, sentimento questo che viene condiviso da molti intellettuali che, in questi giorni, affollano il dibattito sui giornali e nei programmi televisivi.
Tra loro, Gad Lerner che, durante l’intervista televisiva a Propaganda, la trasmissione del venerdì sera su La 7, chiarisce: «Hamas non si distrugge attaccando Gaza perché Hamas non è a Gaza ma al sicuro, altrove. Hamas considera una forma di guerra uccidere l’ebreo, che sia uomo, donna, anziano o bambino, e non un crimine contro l’umanità. Adesso, stiamo qui con le dita incrociate a guardare se si massacrano soltanto lì, all’interno di quel fazzoletto di terra ma la sensazione è, invece, che il conflitto si allarghi. Perché le guerre scoppiano sempre più frequentemente e sono sempre più diffuse. E noi ci sentiamo sempre più coinvolti. Ci sono addirittura i tifosi di uno o dell’altro di questi due popoli fratelli la cui grande maggioranza vorrebbe solo vivere in pace».
E’ inimmaginabile pensare che a Gaza continuino a morire civili, per colpa di fondamentalisti islamici che hanno preso il potere nella Striscia e per colpa degli attacchi di rappresaglia di Israele. Troppa parte di chi sostiene Israele pensa sia giustificabile un assedio che toglie qualsiasi possibilità di vita a chi si trova oggi nella Striscia di Gaza, ostaggi compresi, e non sa quel che dice. Chi, davanti alla strage degli innocenti, invoca alla Palestina libera, mettendo in connessione due cose molto lontane tra loro, vaneggia. Né Hamas, né l’Iran, né i suoi sostenitori vogliono che i palestinesi vivano in pace. Il fondamentalismo islamico non cerca la pace, vuole la Jihad, la guerra santa, l’annientamento di Israele e con essa del mondo occidentale. E’ il male assoluto – parafrasando Biden – che ha preso il sopravvento.