di LUIGI MAZZELLA
La cultura di morte, presente nelle tre religioni monoteistiche mediorientali, con l’esaltazione parossistica del martirio necessario per il trionfo manicheo del Bene sul Male, dopo essersi impadronita dell’Occidente, terrorizza oggi il mondo intero con unaescalation di crudeltà disumane a Gaza.
Essa sta trasformando la guerra in Israele in un massacro di proporzioni tali da fare apparire la nota “strage degli innocenti” del Re Erode (detto incredibilmente “il Grande”) un episodio di più che modesta entità.
Le azioni di distruzione e di morte sono sorrette da motivazioni religiose e da agghiaccianti affermazioni e dichiarazioni pubbliche: Natanyahu ha detto che Israele lotta per l’umanità, per il trionfo del Bene sul Male e non per sé stessa; Hamas ha replicato che il sangue degli innocenti bambini palestinesi ed ebrei aiuta la rivoluzione contro il Paese oppressore.
Eppure entrambe le parti in conflitto credono nel medesimo Dio che è solo interpretato diversamente da due Profeti (Mosè e Maometto).
Il disorientamento del sistema mass-mediatico mondiale è giunto al diapason.
Ai sottili “distinguo” e agli”equilibrismi” dei giorni scorsi (tra i quali certamente non brillano per sagacia le titubanti giustificazioni di Giorgia Meloni per non aver sottoscritto la risoluzione dell’ONU sulla tregua, approvata da Francia, Spagna e Portogallo (a tacer dei tanti altri Paesi) sono succeduti i reportage fotografici e i commenti di epiteti scritti sui tazebao in moti di piazza che intendono prendere parte alla”causa” dell’una o dell’altra delle parti contendenti.
Quelle invettive, come le frasi telegrafiche, ridondanti e ingiuriose dei protagonisti dello scontro, non sono mai motivate.
Sono l’espressione più evidente della confusione concettuale che si è impadronita di una parte del Pianeta quando essa ha reciso tutti i fili che la legavano alla razionalità.
E’ quello il momento tragico che segnato l’inizio dello spengleriano tramonto dell’Occidente.
La metafisica Platonica con l’esistenza di un mondo iperuranio e quella della scoperta del Dio Unico mediorientale con l’esistenza di un “aldilà” di pene materiali o di godurie spirituali, hanno stravolto, circa due mila anni fa, la vita quotidiana degli esseri umani in Medio Oriente, prima, e in Occidente, dopo.
Per ciò che ci riguarda più da vicino, i nostri antenati preferirono all’empirismo, concreto, sperimentale e razionalistico, dei filosofi presocratici e dei “sofisti”, nonché all’edonismo felice dell’epicureismo, filosofia densa di saggezza esistenziale, le credenze fiabesche dei cammellieri dei deserti mesopotamici, la loro visione della morte che trionfo e inizio della vera vita, l’esaltazione del “martirio” insieme con le astratte fumisterie platoniche, perpetuate dall’Accademia da lui fondata per impedire agli studiosi (“scholari”) di pensare in modo diverso dai Maestri.
Noi discendenti di quegli avi ingenui e sprovveduti siamo stati, in altri termini, le “vittime” del cambiamento di “cultura” intervenuto da oltre venti secoli (anche la mia nativa Magna Grecia non si è sottratta a tale destino) dopo le immigrazioni pacifiche di ebrei e di cristiani, che come i moderni kamikaze (il termine è usurpato, perché ha origini giapponesi) di religione mussulmana, si lasciavano morire al Colosseo per raggiungere prima il Regno dei Cieli, sorprendendo e impressionando, in tal modo, i nostri antenati e facendoli sentire in colpa per indulgere troppo ai piaceri terreni, legati alla loro visione allegra della vita.
E non avremmo, secondo Albert Einstein, possibilità alcuna di vivere il resto della nostra esistenza in una realtà diversa, perché quest’ultima non cambia se non muta la mentalità che l’ha creata.
Condannati, senza nostra colpa, a vivere in una parte del Pianeta divenuta ormai quasi totalmente di cultura “mediorientale” e in preda a sussulti di violenza sorretti da motivazioni ritenute sacre, dobbiamo constatare che la mentalità che informa il mondo in cui viviamo ha l’appoggio dei possessori e dei detentori dell’intera quantità di denaro esistente in Occidente (divisa tra lobby ebraica newyorkese e Finanze della Chiesa di Roma, a tacere del novello, gradito sostegno dei petroldollari mussulmani).
L’incultura derivante dal fatto di nutrirsi di fiabe e non più di concetti e di elaborazioni filosofiche non ha fatto cogliere, neppure ai più rinomati intellettuali, i gemellaggi che, dopo “l’avvento” del Dio unico, si possono riscontrare tra l’idea del popolo eletto degli ebrei e il Gott mit uns dei Tedeschi (prima Prussiani e poi nazisti) da un lato, e l’idea dell’uguaglianza ecumenica dei cristiani e quella altrettanto universale dei comunisti (prima marxisti e poi bolscevichi) dall’altro.
Ora, è vero che sia “Ebrei-nazisti” sia “Catto-comunisti” sono divenuti epiteti ricorrenti negli scontri politici, ma nessuno li associa al danno subito dall’Occidente venti secoli fa per l’intervenuto cambio di mentalità conseguente alla sostituzione del pensiero raziocinante con le favole inventate da sciamani.