Di Vanni Vignes
Vince la Salernitana, finalmente, la sua prima gara stagionale. I granata battono la Sampdoria e si regalano l’ottavo di finale di Coppa Italia in casa della Juventus. Paradosso vuole che nella notte dei morti viventi i granata diano segnali di ripresa, ma nessuno deve sminuire quanto accaduto questa sera all’Arechi. Discutere del valore dell’avversario o proporre qualsiasi argomentazione tesa a ridurre il valore di questa vittoria è un esercizio che lasciamo volentieri a chi vuole il male della Salernitana. Vincere, anche se solo in Coppa Italia, per una squadra che non era mai riuscita a farlo è ossigeno puro, è vita, è fiducia, è l’apertura di nuove prospettive, di nuovi orizzonti. Pensate solo se non ci fosse riuscita la Salernitana, quante se ne sarebbero dette e scritte. Il campo poi ha detto anche cose interessanti. Tchaouna ha gamba, ha passo, ed è un prospetto su cui si può lavorare. Ma soprattutto la Salernitana schierata con il 433 dimostra che il terzetto in mediana è imprescindibile. Voglia, grinta, determinazione hanno poi condito una serata assolutamente positiva. Aspettando il Napoli la Salernitana acquisisce qualche piccola certezza in più, sempre meglio che niente. Testa bassa, lavoro, lavoro ed ancora lavoro. Inzaghi chiede questo e la squadra sembra volerlo assecondare. Avanti così. A proposito, c’è stato l’esordio stagionale di Simy. Non è questo il momento di discutere di programmazione e progetti tattici. C’è una salvezza da conquistare.