“Viviamo in un regime in cui fa quasi tutto il governo e il Parlamento ratifica, e però il governo è fragile e cambia di continuo. Ma ho dubbi tecnici che questa proposta corregga la degenerazione. Forse la aggrava. Si profila il rischio che chi nella maggioranza arriva o vuol essere secondo abbia infine più poteri del primo. Mi riferisco ovviamente alla norma anti-ribaltone”. Lo dice a Repubblica, Marcello Pera, senatore di Fdi ed ex presidente del Senato. “In un regime parlamentare se il Parlamento può sfiduciare il governo, anche il governo può mandare a casa il Parlamento. Sono due armi puntate che, assieme, fanno deterrenza contro le crisi facili e i cambi di casacca – spiega – E perciò dico che se il primo ministro non ha il potere di scioglimento, allora non siamo nel regime del premierato. Il ‘simul stabunt’ è una soluzione chiara, ma è una delle soluzioni. A me tuttavia piace poco perché, con un automatismo rigido e cieco, spazza via la politica. Penso che, se c’è una crisi di governo, allora o il primo ministro risolve lui di persona il problema che la genera, forte perché eletto dal popolo; o passa la mano a qualcun altro dello stesso partito, come si fa in Inghilterra, la patria del modello Westminster; o ancora chiama il voto. In tutti questi casi, decide la politica a viso scoperto. E nessuno starà nell’ombra a tramare in attesa che gli caschi in bocca la pera”.La norma “prevede” i rischi di accordi segreti e “già questo basta per dire che dovrebbe essere corretta”. In merito al referendum da proporre agli elettori per le modifiche da apportare sentenzia: “Il referendum in Italia è una lotteria”.