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8 Settembre 2024

Chi siamo

Le parole di Barack Obama sulla guerra in Medio Oriente

di Luigi Mazzella

L’ex Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per farsi “perdonare” il Premio Nobel per la Pace ottenuto iniziando ben tre guerre (record tra tutti i Presidenti americani) ha voluto intervenire sui fatti Mediorientali dicendo, finalmente, una cosa sensata e priva di faziosa parzialità: nella guerra Israele-Hamas nessuno può dire di avere le mani pulite.
Dopo un’affermazione di taglio così netto, l’ex Capo della Casa Bianca ha parlato di “indignazione morale” ed è caduto nel blablabla consueto e scontato circa la necessità per le due parti in conflitto di dialogare.
C’è, però, anche in questa seconda parte del suo discorso un inciso che vale la pena di ricordare: “ dopo avere ammesso le proprie colpe”.
Ed è partendo da questa affermazione che vale la pena di approfondire il discorso.
La colpa delle guerre è dell’intera umanità, nessun essere umano escluso.
La violenza, l’aggressività, l’uso della forza bruta nel mondo umano, come in quello animale, sono, infatti, di carattere universale; si manifestano in Occidente come in Oriente: non c’è parte del Pianeta che non ne conosca gli effetti distruttivi.
Tutto ciò è vero e inconfutabile ma è altrettanto certo che in nessuna altra parte del Globo tali manifestazioni della nequizia umana provocano “l’indignazione morale”, di cui parla, con evidente ipocrisia (dati i suoi precedenti), l’Obama statunitense.
I sommovimenti dell’animo per le colpe morali dei nemici, le reazioni “manichee” con le conseguenti discettazioni dotte sulle origini delle guerre e i finti sgomenti colmi di meraviglia, però, sono diffusi in tutta la parte di mondo da noi e dai mediorientali abitata: perché è qui che sono nate la distinzione e la immaginata, quasi personificata, eterna lotta del Bene e del Male.
E, conseguentemente, soprattutto in tale parte del mondo, tutto ciò determina la necessità di trovare motivazioni che giustificano le guerre, agli occhi propri più che degli avversari, in maniera adeguata e convincente.
Per farlo, Occidentali e Mediorientali, uniti ormai da un comune destino dalla diffusuone endemica delle tre religioni monoteistiche mesopotamiche e delle due filiazioni di destra e di sinistra dell’idealismo tedesco hegeliano, spesso in combinazione tra di loro per affinità di obiettivi, tirano in ballo concetti complessi come lo scontro di civiltà e l’attacco alle democrazie da parte degli Stati autocratici.
Normalmente, secondo le giaculatorie dei credenti religiosi e dei fanatici politici, sono le civiltà cattive o inciviltà, i domini del Male o i regni della Barbarie a scatenare i conflitti.
Le “risposte” dei “buoni”, sarebbero sempre il frutto di una provocazione ingiustamente subita da parte dei “cattivi” e non sarebbero mai, per così dire “fuori misura”.
Così se in risposta all’attacco di Pearl Harbour si risponde con lo sgancio di due bombe atomiche a Hiroshima e soprattutto (del tutto inutilmente) a Nagasaki il mainstream del sistema mass-mediatico della parte “buona” del mondo non ne esce turbato: si trova sempre il modo di spiegare e di coprire tutto.
Sono secoli e secoli, da Ipazia a Guantanamo, che la civiltà “buona” dei tre monoteismi mesopotamici (giudaismo, cristianesimo, islamismo) e dei due fanatismi politici di marca teutonica (fascismo e comunismo) compie misfatti inenarrabili (conquista delle Americhe con eliminazione di indios, pellirosse, maya, aztechi e via dicendo, colonialismo in Africa e Oriente, lager, gulag, Santa Inquisizione e patiboli del Papa Re, monarchie sanguinarie e dittatori crudeli e così via) ma essa resta sempre la “civiltà” migliore, l’esempio da imitare.
E ciò non solo per la sua pretesa di esportare la “democrazia” ma anche per il suo presunto “rispetto dei diritti umani”.
Poco importa che le democrazie, sul piano sostanziale, sono in Occidente nelle mani dei servizi d’intelligence e degli apparati militari internazionali come la NATO e che in Medio oriente sono sottratte agli sceicchi da fascisti alla Netanyahu.
Sono pochi ad aver capito che l’asserita civiltà Occidentale, la cosiddetta “democrazia” dei Paesi che ne fanno parte, il “Pentagono” che domina i consessi internazionali nati per la difesa ma passati nel campo opposto degli attacchi, rappresentano la zavorra che ci sta portando a fondo.

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