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19 Dicembre 2024

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Strumentalizzare Asia per colpire Nunzia, l’indignazione con l’aureola dei moralisti 

Ci sono molti modi per esercitare la violenza, uno di questi è strumentalizzare le scelte dolorose di una ragazza, fare finta di non capirle, per attaccare un’altra donna. 

È quello che capita con Nunzia De Girolamo.

L’indignazione dei moralisti, che certa stampa enfatizza parlando di orde incontenibili e dei migliori intellettuali del Paese, poca roba in verità, va nella direzione accennata,  è “invidia con l’aureola” per dirla alla Herbert George Wells.

Stigmatizzare la scelta della conduttrice, dare la parola ad Asia, la ragazza stuprata a Palermo, è esercizio carico di invidia, di ipocrisia, di odio.

I sottoscrittori dell’appello non hanno compreso, o hanno fatto finta di non capire, la scelta di Asia. La decisone di una donna coraggiosa di raccontare una tragedia, di metterci la faccia. Di mettercela nella consapevolezza di avere nulla di cui vergognarsi, di mettercela per avere la forza di ripartire. 

I moralisti si sono scatenati sulla spettacolarizzazione della tragedia, gli stessi rimasti muti quando tutti i tg e talk show ne hanno parlato, gli stessi che avrebbero preferito la ragazza chiusa nel suo dramma, soffocata dal silenzio. 

Ha avuto voglia di parlare, bene ha fatto. Bene ha fatto chi le ha dato questa possibilità.

Il dramma per certi è che lo ha fatto Nunzia De Girolamo.  

Una brava conduttrice ritenuta ‘scomoda’. Considerata così perché capace di parlare con tutti, di reinventarsi, di mettere insieme diverse competenze. Osteggiata, da una parte del Paese, minoritaria per fortuna, che tenta di etichettarla (addirittura e non avendo solidi argomenti) con la definizione di ‘ex Ministro’. Quasi fosse circostanza di cui vergognarsi.

Ebbene sì, Nunzia De Girolamo ha fatto politica, ha servito il Paese, ha fatto cose importanti, e basterebbe vedere il lavoro sul dramma Terra dei Fuochi. 

Poi ha smesso, si è inventata un’altra vita come solo le persone cariche di energia sanno fare.

Oggi è in campo. Racconta il Paese dopo aver servito le Istituzioni, dopo essersi confrontata con il consenso.

Fatevene una ragione. Ha una marcia in più e sarà mai una colpa. 

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