di Valeria Torri
Venerdì 17 novembre è sciopero a livello nazionale, come voluto da Cgil e Uil che hanno mobilitato le lavoratrici e i lavoratori, contro la manovra finanziaria del Governo, chiedendo loro di incrociare le braccia per 8 ore.
Come noto, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha disposto la limitazione dello sciopero a 4 ore. «Lo sciopero è sacro», ha detto il Ministro, «ma il diritto alla mobilità di milioni di persone non può essere messo in discussione da Landini».
Il Segretario della Cgil, per contro, ha qualificato la precettazione operata da Salvini come «un atto politico gravissimo», parlando di Commissione di Garanzia compiacente verso il Governo.
La Presidente della Commissione, Paola Bellocchi, ha stabilito che lo sciopero indetto da Cgil e Uil non poteva essere considerato “generale” per mancanza di requisiti, riferendosi ad alcuni settori del lavoro privato che erano stati esclusi.
Se la querelle tra i sindacati e il Garante resta una questione che deve essere chiarita sul piano tecnico, a livello politico la vicenda produce riflessi passibili di interpretazioni più complesse.
Il botta e risposta degli ultimi giorni tra il Ministro Salvini e il Segretario Landini ha difatti tenuto banco su ogni testata giornalistica, anche a causa livelli di interlocuzione non propriamente all’altezza dei ruoli.
Salvini ha attaccato i sindacati sul giorno scelto, il venerdì, accusandoli di voler organizzare, non uno sciopero, bensì un weekend lungo. Rispondendo a tono, Landini ha ribattuto chiedendo se Il Ministro avesse mai lavorato.
Al di là dello sketch, appare evidente che sulla scena politica si muovono forze capaci di dare segno, quando lo ritengono opportuno, di muovere grandi masse di elettori.
Si pensi, ad esempio, agli ordini professionali, ai medici, in particolare, e a tutti i lavoratori del settore della sanità, pregiudicati dal taglio operato dalla manovra finanziaria. Si comprende come vi sia una grande fascia dell’elettorato i cui malumori si traducono in voti a sostegno di forze politiche, alternative a quella di Governo, che sappiano raccoglierli.
Il leader della Cgil, Landini, in conferenza stampa insieme al segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha dichiarato: «Ad oggi c’è un motivo in più per scendere in campo: quello di difendere per tutti il diritto sacrosanto allo sciopero che è un diritto della democrazia».
Bombardieri: «Non è mai successo che una commissione mettesse in discussione uno sciopero generale. Noi siamo sindacati, non siamo sindacati di sinistra, teniamo alla nostra autonomia dai partiti e pretendiamo da chi governa il Paese comportamenti coerenti con la Costituzione, quindi chiediamo rispetto», ha aggiunto. Bombardieri ha ricordato che «non è mai successo nella storia repubblicana che una commissione mettesse in discussione uno sciopero generale. Siamo stati attaccati in questi giorni e siamo sicuri che saremo attaccati anche nei prossimi. Ma a chi ci attacca dico: non ci fate paura, anzi otterrete un effetto contrario».
Matteo Salvini, in una nota ha espresso “soddisfazione” per la riduzione dello sciopero dei trasporti da 8 a 4 ore. «Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini» ha detto.
Intanto, il programma della mobilitazione organizzata dai sindacati non riguarda soltanto la giornata del 17 novembre ma si articola su cinque giornate di sciopero a livello interregionale.
Venerdì 17 novembre lo sciopero riguarda i trasporti – escluso quello aereo – e il pubblico impiego: dai bus, metro e treni alle scuole, università e ricerca, dalla sanità alle poste. Lunedì 20 novembre sciopera la Sicilia; venerdì 24 le regioni del Nord; lunedì 27 la Sardegna e, infine, venerdì 1dicembre le regioni del Sud.