di Valeria Torri
Il prossimo 25 novembre, alle ore 10.00, presso il Centro Balnaea di Via Plava, 80 a Battipaglia, si terrà un incontro dedicato alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dal titolo “Il valore sociale dello sport perché proprio oggi?”.
All’’evento interverranno la titolare della Società Balnea, Professoressa Anna Maria Bisogno, l’Avvocato Marcella Abbundo, matrimonialista, specializzata in Diritto di famiglia e Diritto minorile, la Dottoressa Maria Rosaria Iannelli, psicopedagogista, docente presso il liceo Regina Margherita di Salerno, già Giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni e presso la Corte D’Appello sezione minori, la Dottoressa Speranza Marangelo, Presidente della Società Cooperativa “L’Isola che c’è” di Solofra e Dirigente di due centri istituzionali antiviolenza, la Dottoressa Simona Vocca, Psicoterapeuta presso il Centro polifunzionale per i minori di Battipaglia e la Tecnico federale per il Centro Balnea, Grazia Merolla. Modererà il dibattito la giornalista Rossella Pisaturo.
L’iniziativa, come tutte le innumerevoli previste per la giornata del 25 novembre, dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, ha assunto valenza ancor più significativa per il recente femminicidio di Giulia Cecchettin.
L’11 novembre 2023, il giorno della sua morte, è stato un giorno significativo per il movimento contro la violenza sulle donne che, da allora, ha ricevuto un impulso quanto mai potente investendo l’intera società, dal Governo alle iniziative spontanee dei cittadini per dire “basta!”.
Sulle ragioni per la morte di Giulia sia riuscita a smuovere le coscienze molto più di quanto siano riusciti a fare i precedenti 104 femminicidi, nel corso di quest’anno, in molti si interrogano.
Probabilmente, la violenza di Filippo Turetti, con un’aggressione a più riprese, di inaudita ferocia nei confronti della ex fidanzata prossima alla laurea, dimostrando una totale incapacità di autocontrollo, ha destato l’allarme in una società in cui tutti, indistintamente, si sono sentiti esposti poiché sia Giulia che Filippo, ragazzi provenienti dalla società medio borghese, lontana dal degrado della miseria e dell’ignoranza, rappresentando la “normalità” della famiglia italiana, hanno prodotto immedesimazione.
Tutta l’Italia ha seguito con ansia le notizie che, di ora in ora, rendevano vana la speranza di un ritorno a casa di Giulia e del suo assassino.
Ed è stato di tutti lo sgomento nel sapere di cosa è stato capace Filippo Turetti.
«Per Giulia bruceremo tutto» sono le parole di Elena Cecchettin, la sorella, mutuate dai versi della poesia di Torre Cáceres, ovunque condivisa sui social e che qui si cita, con sacrificio, solo nel finale:
“Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.”
Perciò per Giulia, e per tutte le vittime di femminicidio, stiamo “bruciando tutto”, stiamo finalmente passando in rassegna le parole e il più piccolo o grande gesto capaci di alimentare il maschilismo. Ci siamo interrogati e abbiamo trovato nella nostra cultura, profondamente patriarcale, la ragione di ogni male.
Lodevoli, pertanto, sono le iniziative come quella promossa dal Centro Balnea finalizzata ad inaugurare, in un ambiente dedicato allo sport e al benessere, uno sportello per accogliere le problematiche familiari, attraverso la consulenza dell’avvocato Marcella Abbundo, matrimonialista civilista, titolare dello studio “Salotto legale per la famiglia” nato a Salerno come punto di informazione familiare.
A lei abbiamo chiesto un parere su come è possibile arginare il dilagante fenomeno della violenza sulle donne: «La tutela della donna parte dall’ acquisizione della conoscenza dei propri diritti. La violenza domestica vede come spiacevoli protagonisti soprattutto donne e bambini, vittime di comportamenti che possono costituire reato. Conoscere il limite della liceità di un comportamento, o riconoscere i segnali di un potenziale pericolo per la propria famiglia, può costituire un grande strumento di tutela e prevenzione del femminicidio. L’obiettivo è quello di promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini».
di Valeria Torri