Le Associazioni Storiche – ACEN, CLAAI, CNA, CdO, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Federdat, Unione Industriali – ancora una volta, sono costrette a denunciare l’incapacità dell’attuale governance della Camera di Commercio di Napoli guidata da Ciro Fiola.
Ad oggi dobbiamo registrare che il Presidente e l’intera Giunta hanno annunciato grandi progetti, grandi iniziative ma quasi nessuna realizzazione.
Andiamo per ordine.
Del megagalattico progetto “le luminarie e le iniziative per Natale 2023” che prevedeva un investimento di 3 milioni di euro non si realizza, anche quest’anno, praticamente nulla.
Nell’agosto 2023 la Camera di Commercio stipulava un Protocollo d’Intesa con il Comune di Napoli per realizzare, assieme, le luminarie di Natale.
Il 24 ottobre scorso, la Camera, ha deciso di recedere dal suddetto Protocollo per il mancato riscontro ad una nota inviata, al Comune il 10 ottobre.
In questo modo si sono oscurate le luminarie.
Nella stessa Giunta veniva sostituita l’iniziativa delle luminarie con la realizzazione di un Villaggio di Babbo Natale, l’allestimento di Mercatini di Natale, l’installazione di 3 Alberi addobbati nelle principali piazze della città di Napoli e la promozione di un evento del comparto agroalimentare (presumibilmente una cena) nel Salone della Borsa per uno investimento complessivo di 300 mila euro più IVA.
Di tutto ciò, la Giunta del 10 novembre decide di realizzare solo l’evento culinario.
Stessa incapacità e stessa sorte per il Natale del 2022:
si partì addirittura a febbraio con un mega progetto per realizzare le luminarie che prevedeva anche il coinvolgimento dell’artista Lello Esposito e uno stanziamento di cinque milioni.
Fallito il progetto delle Luminarie si deliberò l’installazione di dieci alberi di Natale.
Alla fine, non si realizzò neanche questa piccola iniziativa; Napoli, nelle festività natalizie, rimase all’oscuro e senza alberi addobbati.
Dell’intera vicenda e del fallimento del progetto non è stata mai fornita una credibile spiegazione tanto più necessaria perché le gare di appalto indette andarono deserte.
Nella Giunta del 27 giugno scorso fu deliberato di impegnare quasi 28,5 milioni “per assegnazione delle risorse economiche da destinare alle attività a favore del sistema produttivo, del turismo, della promozione e dell’economia in generale”.
Erano previsti, tra gli altri, un Bando per l’Internazionalizzazione, un Bando per il sostegno al credito, un Bando per l’adeguamento tecnologico, un Bando per il turismo, un Bando per le imprese e per il turismo dell’isola di Ischia, ecc…
Sulla base di quanto comunicato dal Presidente Fiola alla Giunta Camerale nella seduta del 10 novembre di tale stanziamento non sarà speso nemmeno un euro e non sarà emesso alcun avviso pubblico o bando.
Nel frattempo, la Giunta della Camera di Commercio del 3 ottobre scorso assume una decisione assolutamente irrazionale e senza alcuna reale giustificazione, forse allo scopo di rispondere ad altri interessi.
Si è, in particolare, deliberato lo scorrimento della graduatoria degli idonei per assunzione a tempo indeterminato, oltre che dei dieci vincitori della selezione pubblica anche di ulteriori 24 unità a tempo indeterminato ma tutte – incomprensibilmente – a tempo parziale (50%).
Giustificabili solo in ottica elettorale sono le 24 assunzioni a tempo parziale. Tutte le assunzioni riguardano personale di categoria C: “Assistente ai servizi amministrativi, anagrafici e regolazione di mercato”.
Tutto ciò dimostra, ancora una volta, che la Camera di Commercio, attualmente in prorogatio, è stata governata in modo maldestro da soggetti non preparati né rappresentativi del tessuto produttivo locale; sono stati incapaci di “progettare” ma finanche di “spendere” i fondi stanziati con grave danno per le imprese e per l’economia in generale.
Più volte “Il Tavolo delle Associazioni Storiche” ha denunciato la paradossale situazione sia alle autorità preposte al controllo – Ministero delle Imprese e Regione Campania – sia agli organismi di vigilanza interna e continuerà a farlo fino a quando questa inaccettabile stortura non venga eliminata.