“E’ stata approvata una legge delega che dà al governo il compito di mettere in campo alcune azioni per salvaguardare il lavoro povero, un danno che ci affligge da anni. Il mio pensiero è che il salario minimo non è lo strumento adeguato per risolvere questo problema, perché potrebbe creare delle inefficienze. Credo che però anche da quello che è successo in questo dibattito, da ciò che ha detto anche la stessa opposizione, possiamo trovare delle soluzioni”. Così il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, durante i lavori della Camera, che ha approvato la delega al governo bocciando l’emendamento delle opposizioni sul salario minimo.
“Questa legge delega -aggiunge Durigon – sicuramente ci permette di valutare a 360° gli indirizzi per dare una risposta”. Secondo Durigon “non serve un salario di ingresso per legge, ma serve sicuramente un’azione di sensibilizzazione perché questo salario possa rialzarsi. Noi siamo già intervenuti per rialzare il salario perché nel maggio scorso abbiamo portato avanti a 7 punti il taglio del cuneo, labbiamo rinnovato quest’anno: sono circa 100 euro in più in busta paga per redditi fino a 35mila euro. Quindi proprio quei salari della fascia di cui parliamo”.
L’indirizzo del governo è dunque quello: “piuttosto che di fissare un minimo, di potenziare la contrattazione collettiva. Secondo me sarà un elemento fondamentale per dare questa risposta”. Il problema è il salario povero: noi ci siamo, non dipende soltanto dalla paga oraria, ma dipende anche dal lavoro buono perché sappiamo benissimo che purtroppo c’è tanta povertà perché si lavora a tempi part time, per poche ore, e questo crea sicuramente un disagio. Bisogna capire quante azioni possiamo fare, quello che posso garantire è che con questa delega non sarà soltanto il governo a decidere, ma sentiremo le parti sociali, sentiremo anche le opposizioni su ciò che hanno detto, cercheremo di mettere su un impianto per un problema che oggettivamente va risolto”. Nella delega potrebbe esserci anche spazio per il gender pay gap, elemento fondamentale anche per il raggiungimento di una vera parità di genere: “Questo è un altro tema che sicuramente ci deve essere, c’è nel potenziale di questo delega – spiega Durigon – M ripeto, in questi sei mesi noi andremo a rispondere oggettivamente non soltanto con una legge di imposizione governativa, ma di concertazione con le parti sociali e con anche le attenzioni che ci hanno dato in qualche modo le varie opposizioni. Non crediamo, lo ripeto, che per risolvere il salario povero non sia necessario un salario fissato, perché pensiamo che questo possa arrecare danni a un a una nazione come l’Italia che ha quasi il 95% della contrattazione collettiva attiva. Quindi oggettivamente potrebbe fare più danni che vantaggi”.