“Se questa è la terza Repubblica, mi tengo stretta la prima. È un testo che sembra uno scherzo”. Così sulle colonne di Repubblica Paolo Cirino Pomicino, parlando della bozza di riforma costituzionale. “Vogliamo dire che io sono il Male? Diciamolo pure – spiega l’ex Ministro – Ma oggi il Bene fa concorrenza al Male. E questa riforma è la tomba, anzi il tombino, di una lunga decadenza che comincia proprio nel ’94”. “Credevo che Meloni – prosegue – si ritrovasse ormai in un’ortodossia europea, atlantista che è sempre stata il punto di riferimento della nostra democrazia. Insomma, guida un partito di conservatori. Ma questa legge va in senso autoritario. Sembra quasi faccia cadere la maschera della premier. Qui si inventa una cosa, il premierato, che non c’è in nessuna parte del mondo: si è fatta un’esperienza in Israele ma hanno cambiato rotta nell’arco di cinque anni, dal ’96 al 2001”. “Nei sistemi presidenziali – ricorda il democristiano doc- il leader eletto non si porta mai il premio di maggioranza dell’assemblea. La guida politica eletta che si trascina la maggioranza può esserci al Comune di Canicattì”.
“Inoltre si trasforma il capo dello Stato in un fantoccio. Ma a me sembra più grave il pregiudizio che subirà il Parlamento. La terza via del premierato non c’è, se non nelle autocrazie. Chi tocca le libertà dei parlamentari tocca le libertà del Paese”. La pratica del ribaltone “è sempre colpa del sistema maggioritario. Ai miei tempi non c’erano ribaltoni, al limite scissioni politiche. E non c’erano cambi di casacche”. Sulla legge elettorale “il progetto di riforma dà un’indicazione chiara: prevede un premio di maggioranza al 55%. È anche peggio. E si contravviene a una sentenza della Consulta”.