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23 Novembre 2024

Chi siamo

“L’Isola che c’è” è un’organizzazione di donne che sostiene altre donne

di Valeria Torri

Situata a Montoro, su di un’immaginaria linea di confine che unisce il territorio salernitano a quello avellinese, l’Associazione di Volontariato, nata nel 1996, divenuta una Cooperativa Sociale, sta facendo parlare di sé. 

È recente l’approvazione dei due progetti promossi dalla Cooperativa sociale, a livello ministeriale. Il primo, destinato ai bambini fino ai 14 anni residenti a Montoro, approvato dal Dipartimento per la Famiglia, è finalizzato all’inclusione affinché anche i bambini con gap sociali e culturali possano avere concrete chance di colmarli. Il secondo progetto, approvato dalla Coesione Territoriale, si chiama “Oltre” ed è dedicato ai bambini e alle loro famiglie sul territorio di Solofra.

In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, L’Isola che c’è si è recata al Parlamento Europeo per avviare il dialogo istituzionale su proposte mirate a rispondere alle esigenze attuali dei bambini dell’UE: la salute mentale, l’integrazione dei loro diritti con azioni programmatiche a livello nazionale e locale nonché la comprensione dei diritti democratici che iniziano con l’infanzia.

«Progetti importanti – ha commentato la Presidente dell’impresa sociale, Speranza Marangelo – tesi a realizzare l’obiettivo del terzo settore che è quello di dare sostegno alla comunità, di dare occupazione e generare valore economico. L’approvazione dei nostri progetti ci dà grande soddisfazione ma, ancor di più, ci spinge a continuare nel nostro impegno e a progettare nuovi sistemi di sviluppo e crescita culturale per il nostro territorio».

Dove è carente la cultura del sociale, L’Isola che c’è è un porto sicuro, quasi un faro nella tempesta che, purtroppo, molte donne e le loro famiglie si trovano ad affrontare su un territorio, quello del nostro sud, dove non è semplice denunciare e dove spesso è carente la risposta delle istituzioni.

Se è vero che in Italia il cammino delle donne verso l’emancipazione è ancora in salita, al Sud sembra un’impresa impossibile. Soprattutto se ci si riferisce al contesto della società meno abbiente.

Non è certo un’esagerazione dire che, qui, le difficoltà familiari sono quasi interamente gestite e sopportate dalle donne.

Essere, poi, lavoratrici in un’area debole nell’offerta dei servizi alla persona, è quasi una sfida.

Anche di questo abbiamo parlato con la Presidente Marangelo alla quale abbiamo chiesto quali sono gli effetti sull’attività dell’impresa sociale da lei diretta in questo momento storico di grande attenzione ai diritti delle donne e ai diritti dei bambini: «Il momento è importante perché il clamore mediatico sulla violenza di genere e sui diritti violati dei bambini sta accendendo le coscienze. Quindi ora, più che mai, si avverte l’urgenza di agire per tutelarli. Noi abbiamo cominciato ad occuparcene nel 2006, quando non eravamo ancora organizzate in forma istituzionale e, sin dall’inizio, abbiamo avuto una forte richiesta di affiancamento a donne vittime di violenza. Adesso forse se ne parla di più, e questo è un bene, ma noi abbiamo sempre avuto la massima attenzione al fenomeno e, purtroppo, anche la massima richiesta.»

«Il nostro obiettivo – continua la Presidente – in un territorio lontano dallo sviluppo, è tramutare le potenzialità in strategie di cambiamento culturale, in grado di migliorare la qualità della vita e di far nascere il senso di orgoglio e appartenenza dell’essere cittadini del Sud Italia. In virtù dell’esperienza maturata, da febbraio 2016, si è avuto in affidamento dal Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A/5 (al quale afferiscono 28 Comuni con Atripalda capofila) il centro Antiviolenza “Nemesi” e da novembre 2018 il centro “Malala” dall’Ambito S/6 (composto da 6 Comuni con Baronissi capofila). Anche la disabilità è stata oggetto di interventi da parte della cooperativa sociale. Dal 2004, infatti, L’Isola che c’è si è occupata specificatamente della gestione del centro socio-educativo per disabili “Melina Martella” di Solofra, dal 2016 del centro di Montoro e dal 2019 di Montefusco». 

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