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17 Novembre 2024

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Le amnesie…

di Luigi Mazzella

Credo che mai prima di questo governo gli Italiani abbiamo potuto registrare un mutamento così radicale e totale di una proposta politica di “opposizione” al precedente sistema (presentata, invero, in versione tardivamente “camuffata” e sostanzialmente “annacquata” nelle ultime battute della campagna elettorale).
A giudizio dei suoi meno accomodanti avversari politici, la giovane e ambiziosa Meloni, pur di stare a palazzo Chigi, avrebbe cambiato tutte (ma proprio tutte) le carte che aveva messo sul tavolo nel periodo della sua opposizione “pura e dura” ai governi delle precedenti coalizioni.
In altre parole, ella avrebbe finto di dimenticare tutte le promesse fatte ai suoi fanatici (pronti, comunque e sempre, a “credere, obbedire e combattere” sotto la guida di lei come “fuhrer”) e avrebbe confidato sul conformismo (collaudato) degli altri suoi connazionali, sempre pronti, come diceva Flaiano, a “correre in soccorso del vincitore”.
Il sistema mass-mediatico dei nostri giorni, al completo, nei suoi mainstream quotidiani, non riporta vecchie frasi “compromettenti” della giovane premier, ben felice di rifugiarsi nel motto gattopardesco secondo cui con Giorgia Meloni tutto sarebbe cambiato perché nulla mutasse.
Solo on line spuntano di tanto in tanto frasi estrapolate da dichiarazioni d’antan della “pulzella” garbatelliana contrarie all’Euro, alla NATO, all’Unione Europea governata da “vicerè” designati dagli Anglosassoni. Oggi è l’Atlantismo più sperticato e guascone a fare da stella “cometa” alla sua politica internazionale, a stimolare i suoi abbracci calorosi a incalliti guerrieri non proprio senza macchia e a suggerire partecipazioni solidaristiche in guerre anche molto discutibili, da cui sarebbe stata norma di buon senso prendere le distanze per la confusione, creata dalle contrapposte propagande circa le cause e le motivazioni originarie.
C’è chi sostiene che l’intrepida “pulzella” soffra di precoce e prematura amnesia e confida che nonostante i “vincere e vinceremo” pronunciati, sia pure a mezza bocca, per le due guerre, attualmente in corso, la sua memoria abbia smarrito i ricordi del fascismo mussoliniano della “giovinezza” per rimembrare solo i “fuochi di Salò” del suo canuto “duce”.
Il pauperismo di cui la “pulzella” dà continua prova è, infatti, fuori discussione.
L’intrepida Giorgia gareggia con i sinistrorsi della Schlein e di Conte, promette “flat-tax” per i poveri (che sconcertano i suoi alleati di coalizione e di governo con la mente fissa a Milton Friedman), non sembra temere i marosi che sembrano venirle incontro con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee.
Vedremo se quella di “vincere”sarà ancora per lei “la parola d’ordine d’una Suprema Volontà”.

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