“L’aumento dei costi per la mensa è un macigno per gli studenti”. Lo dice Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, sulle nuove tariffe per il servizio di ristorazione rese note dall’Adisurc (Azienda per il Diritto allo Studio Universitario della Campania). Con l’avviso del 29 dicembre, in vigore dal 1 gennaio 2024, si è registrata un’impennata che riguarda tutte le sedi accademiche regionali. “Come già denunciato dagli studenti, ed in particolare da un’associazione universitaria, ci si trova in presenza dell’aumento di 0,50 centesimi a pasto per le prime due categorie tariffarie ed addirittura di 1,30 euro a pasto per la terza – spiega – Si pagheranno un minimo di 100 euro in più su base annua da parte degli appartenenti alle prime due categorie ad un massimo di 520 euro in più per i fuori sede appartenenti alla terza categoria che dovrebbero fruire di due pasti al giorno: per questi ultimi, dovendo pagare 4,30 euro a pasto, per due volte al giorno, per 200 giorni, la sola spesa annua per la mensa a carico delle famiglie ammonterebbe a 1.720 euro”. Inoltre, aggiunge Tommasetti, “anche sulle borse di studio la detrazione per i pasti aumenta di 100 euro annui, vanificando, in parte, l’incremento al valore delle borse a seguito dell’aggiornamento del valore Istat. Gli esenti sono poi per la maggior parte studenti sfortunati che, pur idonei, dovessero risultare non beneficiari per eventuale esaurimento delle disponibilità finanziare: altro che tutela delle categorie più fragili che, al contrario, in tal caso risulterebbero penalizzate”. Per il consigliere regionale le motivazioni “appaiono beffarde in quanto si invocano l’incremento dei costi delle materie prime e di quelli energetici e la necessità di garantire l’equilibrio economico dei servizi: e gli studenti e le loro famiglie non hanno subito anch’essi l’aumento dei costi delle materie prime e di quelli energetici, nonché i costi della sanità privata non convenzionata visto l’attuale stato del sistema sanitario della Regione Campania? L’Adisurc sembra volersi rivalere dell’inflazione sugli studenti e le loro famiglie: e questi ultimi su chi possono rivalersi? E l’equilibrio economico dell’Adisurc non esisteva quando con legge regionale 5 luglio 2023 n.11 si è deciso di raddoppiare l’assegno mensile del Presidente e dei componenti del Cda dell’azienda, provvedimento contro il quale lo scrivente, ancorché isolato, ha votato contro? Come d’altronde si è opposto alla proposta di Programmazione Regionale per il diritto allo studio universitario che apriva la strada agli attuali aumenti tariffari?”.
“Così non va bene: si esprime pertanto solidarietà ed appoggio alle iniziative delle associazioni che si mobilitano contro gli odiosi aumenti dando loro, sin d’ora, la piena e totale disponibilità a supportarli in ogni loro iniziativa presso le sedi competenti della Regione Campania, volte al ripristino delle precedenti tariffe in vigore fino al 31 dicembre” conclude.