Con la riforma del premierato proposta dal governo “si mira a creare una gabbia istituzionale”. E’ l’opinione di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, espressa a La Stampa, in cui dice di non aver compreso fino in fondo il testo dell’emendamento che va a modificare la riforma. Secondo il giurista, la riforma così presentata mirerebbe a “prevenire un problema politico, cioè il rischio di ripensamenti e di comportamenti incoerenti all’interno della coalizione di maggioranza”. Infatti l’ultima versione della riforma non sarebbe altro che “una polizza di assicurazione, anzi una serie di polizze di assicurazione” sulla sopravvivenza politica del presidente del Consiglio eletto dai cittadini.
“Una ‘gabbia’ che ha dei costi costituzionali non da poco: il presidente della Repubblica e il Parlamento vengono mortificati nelle loro prerogative – osserva -. Le chiavi del sistema le ha tutte il premier eletto, che ha il potere esclusivo di determinare lo scioglimento delle Camere”. Nella riforma si parla poi di “dimissioni volontarie del presidente del Consiglio eletto, senza alcun collegamento con una questione di fiducia posta su un provvedimento – aggiunge -. Mi pare una polizza contro le imboscate parlamentari, ma allora la questione di fiducia a cosa serve? Rimane un atto politicamente dovuto, ma nei fatti ectoplasmatico”. “A parte i rari casi di morte o impedimento permanente, direi che il presidente della Repubblica rischia di non toccare mai palla: diventa un semplice ‘redattore della Gazzetta ufficiale’, mi si permetta la battuta. Se il premier si dimette, informa il Parlamento e poi chiede lo scioglimento delle Camere al Capo dello Stato, il quale ‘lo dispone’, così c’è scritto”.