di Carmelo Conte*
Il verdetto del Festival di Sanremo è tutto in queste cifre: il televoto, che è espressione della società, ha dato, il 60% delle sue preferenze, a Goelier e ,il 16,15, a Angelina. La Giuria della Sala stampa , che è espressione del sistema, ha dato il 75, 5 % Angelina e l’1,5% a Goelier. E Angelina ha vinto con il 73,5%.
Il risultato non ha, quindi, fotografato due Italie, Nord/Sud (Angelina è Materana, Geolier è Napoletano), ma una discriminazione del sistema Rai nei confronti della musica napoletana che ha una storia mondiale ineguagliabile, pari solo a quella del Rinascimento di Horlem.
Napoli resta l’indiscussa capitale di un genere musicale unico, sintesi di antico e moderno, con diciotto set cinematografici e con una narrativa internazionale a flusso continuo.
Pur nel rispetto di tutte le opinioni, sociologiche e non, da questa vicenda emerge l’esigenza del rilancio del Festival della canzone napoletana, magari di tipo sperimentale, come proponeva Craxi , e non in concorrenza con Sanremo.
Vanno in questa direzione: la dichiarazione di Geolier che ha rivendicato di cantare in nome della sua città e in lingua napoletana, la decisione del Sindaco Gaetano Manfredi di consegnare la medaglia della città a Goelier.
Eppure, le città in cui egli ha più ascolto sono Milano e Roma, Napoli è terza.
*Ex Ministro