“Non può essere minimamente pensabile che la soluzione dei problemi connessi alla corretta gestione delle risorse pubbliche e alla correzione degli squilibri territoriali possa venire da un’operazione di ‘ingegneria istituzionale’ qual è quella dell’autonomia differenziata, il cui disegno di legge è stato da poco approvato dal Senato della Repubblica”. Cosi Michele Oricchio, presidente della sezione giurisdizionale regionale per la Campania della Corte dei Conti, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.
Molti e diversi i temi trattati. “Nella narrazione che ne fanno i sostenitori -argomenta – na maggiore autonomia delle Regioni sarebbe in grado di migliorare la competizione e l’efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto ‘residuo fiscale’. Si tratta di affermazione che non può essere condivisa in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del nostro Paese dove, a causa delle disuguaglianze di partenza, intere zone sarebbero condannate a restare senza risorse a meno che non si provvederà a individuare in via perequativa e aggiuntiva maggiori dotazioni finanziarie (ma con quali fondi?) per assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, dove per assicurare deve però intendersi finanziare e non solo individuare”.
“Il tutto – spiega – mentre il sistema della riscossione dei tributi versa ancora in notevoli difficoltà e si susseguono condoni più o meno mascherati che premiano i contribuenti più infedeli, in un contesto di notoria e persistente evasione fiscale”.