di Angelo Giubileo
Tutto si tiene, ed è ciò che accade in un sistema democratico. E, qui in Italia, ne abbiamo avute diverse prove e in particolare nelle ultime due settimane.
Brevemente, e in dettaglio, questi sono stati alcuni degli eventi senz’altro più significativi. Innanzitutto è accaduto che le istituzioni e tutte le parti politiche, di maggioranza e opposizione, abbiano testimoniato la necessità e quindi l’obbligo del rispetto reciproco sancito da parole e atti concludenti. Senza questa forma di rispetto istituzionale, ma ancor prima civica e politica, non si è e non si può essere democratici.
È accaduto inoltre che, in seguito a fatti che gli organi istituzionalmente competenti dovranno ora accertare, tutte le parti politiche abbiano ribadito il diritto di ogni cittadino a manifestare liberamente per le proprie idee, nel rispetto delle libertà altrui, senza mai subire trattamenti brutali e coercitivi.
È accaduto altresì, per quanto specificamente attiene all’organizzazione delle istituzioni, che vi sia stato un voto politico pressoché compatto, quasi unanime, in Commissione Affari costituzionali alla Camera sull’opportunità democratica – attuale (!) -, di dire no al terzo mandato per sindaci di città superiori a 15000 abitanti e per i governatori di regione. Parere che potrebbe quindi anche cambiare in relazione a eventi futuri, perché questo è il sale della democrazia.
Infine, ieri, per la prima volta in Italia, una donna e un candidato del M5S è diventato governatore di una regione. Questo significa essenzialmente che, in attesa degli eventi internazionali che seguiranno, qui da noi una nuova forma di democrazia sta prendendo e prende forma.
Tutto si tiene, e si terrà, ma solo a patto di accettare e riconoscere le nuove forme o regole del gioco.