Parte l’avventura della lista ‘Sati Uniti d’Europa’. Ne parla il socialista felice Iossa che in Campania è il coordinatore del ‘Progetto Riformatore’.
Renzi è il leader di questa nuova iniziativa, con la Bonino e Maraio, ma non sarà in campo direttamente. Una sua idea?
Ho molto apprezzato che Matteo Renzi abbia rinunciato a candidarsi nella lista “Stati Uniti d’Europa”. E il segno di un leader politico che in passato ha commesso taluni “errori di gioventù” che hanno nociuto alla sua credibilità. Al contrario di altri leaders non si sottoporrà ad un referendum sulla sua persona. Crede e persegue un progetto politico che va oltre il test europeo. Ciononostante non si sta risparmiando nel sostenere e promuovere il sogno di una nuova Europa. Le elezioni europee determineranno alleanze e schieramenti che daranno un nuovo governo europeo.
Una Europa debole su più fronti e sulla politica estera…
Le guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente hanno fatto emergere le debolezze europee: spiazzamento competitivo economico, industriale e demografico, fragilità geostrategica e della sicurezza.
L’Europa per differenziale negativo di crescita e per minore tasso di innovazione tecnologica della sua economia industriale, rispetto agli altri players del mondo, si trova in terza posizione, dietro Usa e Cina e con la travolgente crescita dell’India rischia di perdere ulteriori posizioni.
Sono questi i problemi che dovremo affrontare se vorremo assumere un ruolo da protagonisti nei nuovi equilibri geopolitici.
Serve un ruolo più forte ma anche un sistema di ‘regole costituzionali’ nuove
Sarà necessario che il Presidente della Commissione europea sia eletto dirattamente dai cittadini, che ci sia una difesa militare comune, una politica internazionale comune, con decisioni prese a maggiorana, un fisco uguale su tutto il continente europeo, una forte integrazione fra tutti gli Stati.
Sono le ragioni che stanno alla base della scelta fatta con la nostra lista “Stati Uniti d’Europa” che vuole contrastare i conservatori, i populisti, i sovranisti, la loro visione miope e arretrata dell’Europa.
Una bella scommessa insomma?
Vedere insieme cattolici, socialisti e radicali fa percepire lo sforzo culturale e politico fatto per superare vecchi steccati per una scelta dal forte profilo riformatore.
Per noi Socialisti è stato più facile avendo avendo molti punti in comune con radicali e cattolici con i quali abbiamo governato per oltre trent’anni. Per noi questa lista assume un grande significato che richiede un impegno straordinario.
Del resto Claudio Signorile, con l’Europa Nazione, ha saputo indicare un orizzonte strategico, indicare alle nuove generazioni la necessità ineludibile di superare la visione dei singoli stati nell’attuale assetto del continente. I nostri competitor vincono facile perché agiscono come unicà entità mentre gli europei si attardano in estenuenti mediazioni che ne ritardano e sviliscono ogni iniziativa.
In questo progetto per i socialisti una ultima possibilità
Dal Mezzogiorno i Socialisti hanno indicato un percorso politico che ci porterà al superamento di una lunga, incomprensibile, dannosa diaspora. Il primo passo è stato compiuto con l’indicazione, da noi convintamente sostenuta del Segretario del PSI, Enzo Maraio, come capolista degli “Stati Uniti d’Europa” nel collegio Sud.
Tocca a lui e a noi che lo sosteniamo accettare la sfida come un’opportunità. Abbiamo in questi anni lavorato per esprimere una visione diversa del Mezzogiorno. Non più residuale, ma centrale e strategica per l’Europa Mediterranea che guarda con interesse geopolitico ed economico alla comunità mediterranea che ci è propria come Mezzogiorno Federato. Abbiamo costruito un pensiero sistemico e progettuale tipico dei riformatori che si misurano con il presente per costruire il futuro. Abbiamo indicato alle nostre Regioni lo strumento federativo, che può essere applicato a Costituzione invariata per gestire al meglio, le diverse risorse comunitarie, a partire dal PNRR, per mettere a sistema la piattaforma logistica del Mezzogiorno. Uno strumento vitale per settori strategici come l’energia, la siderurgia, la difesa.
Parte allora un progetto riformista?
Siamo consapevoli di poter rappresentare una alternativa credibile ai conservatori sovranisti della destra, ma anche a quel vuoto populismo strumentale e demagogico della sopravvivenza, interpretato dall’abbraccio letale di Conte/Schlein. Le elezioni regionali in Abruzzo e in Basilicata lo hanno confermato.
Noi siamo quelli che restano, che avanzano, che sanno battersi per la propria visione del Mezzogiorno, del Paese, dell’Europa Nazione che vogliamo costruire.