Si sta scrivendo e dicendo tanto su Pasquale Napolitano. Non basta l’indignazione perché è l’ora di fare qualcosa.
Napolitano, giornalista di razza di quelli formati a gavetta ed intuizioni oggi in forza a ‘Il Giornale’, dovrà pagare una multa di 6.500 euro con una condanna a 8 mesi di carcere con pena sospesa.
Tutto parte da un articolo del 2020 sull’allora presidente dell’Ordine degli avvocati di Nola, pubblicato sulla testata Anteprima24. «Rifiutiamo l’idea che in un paese democratico venga ancora comminata la pena del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa: questo caso è la goccia che fa traboccare il vaso di una normativa che non sta più in piedi» ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti.
Oltre l’indignazione la politica ha il dovere di capire perché un tizio, in Italia, ha questa facoltà. Il tizio è un giudice onorario del tribunale (Got).
Molti hanno scritto “Napolitano è incensurato, per questo non vedrà aprirsi le porte del carcere” …e ci mancherebbe altro.
Il tema è che chi fa questo lavoro, chi costruisce cioè democrazia e crescita civile, questo problema dovrebbe mai averlo. Il legislatore si svegli…