Il 10 per la campagna elettorale va ad Antonio Tajani. Di fatto tiene Fi, che ha ancorato al Ppe, al 10% e, ad un anno dalla scomparsa del Cavaliere, smentisce tutti quelli che avevano pronosticato la fine del partito azzurro.
Nel centrodestra c’è un 9 alla Meloni. Cresce rispetto alle politiche ma è troppo leader di partito e meno garante della coalizione, comunque bravissima. Meno bravo, anzi disastroso, Matteo Salvini. Il leader del Carroccio continua a perdere voti ed ha consegnato la leadership elettorale al Generale Vannacci, un 5 per lui.
Nel centrosinistra un 8 ad Elly Schlein. La segretaria del Pd ha superato, e bene, la soglia del 20% ma l’asse del partito, al netto della operazione Bonaccini, è sempre più a sinistra. Sempre più a sinistra l’intera coalizione e non tornerà utile. Ed a proposito di sinistra il 10 va al tandem Bonelli Fratoianni, superlativi. Un 5, invece, a Giuseppe Conte che non è riuscito a radicare, ormai a tre anni alla guida, il movimento sui territori.
Il peggiore è Carlo Calenda che conquista un 3, ha smontato il Terzo Polo (non da solo si intende) non ha ascoltato l’appello della Bonino. Ed a proposito di appello un 6 a Matteo Renzi, la media fra un 4 per il dato ottenuto e l’8 perché unico leader ad aver assunto l’impegno, se fosse stato eletto, di Bruxelles al posto di Roma.
Chiudono, poi i tentativi velleitari di Cateno De Luca e Michele Santoro: un 3 per entrambi.