Il governatore ligure dal 7 maggio scorso ai domiciliari con l’accusa di corruzione ha incassato il no alla revoca dei domiciliari. Eppure in tre oltre due mesi le prove sono acquisite, gli interrogatori fatti, il pericolo di fuga impossibile, la reiterazione del reato roba da idioti.
Alcune toghe pare vogliano sostituirsi, è questa l’impressione, alla scelta dei cittadini.
Ora Toti, che non difende sé stesso la ma scelta degli elettori, con il difensore Stefano Savi si sta concentrando sulle istanze da presentare in procura a Genova, già oggi o al più tardi domani, per chiedere una serie di incontri con diverse personalità della politica “per un doveroso confronto – dice il suo legale – e aggiornamento sulla situazione attuale, ma tra i temi sul tavolo non ci sono le dimissioni”.
L’auspicio è che gli incontri possano contribuire a ricostruire il primato della politica ed a resistere rispetto non alle indagini, per carità, ma al sentivo ‘sovversivo’ di alcuni.
E’ timida, in questa direzione e nella lettura dei fatti, la difesa del centrodestra nazionale, il solo Maurizio Lupi ci mette argomenti e coraggio, è ridicola la posizione giustizialista delle sinistre.
Vedremo, intanto si consuma una ingiustizia.