di Stefano Caldoro
Con poco più del 33% dei voti i laburisti inglesi conquistano una maggioranza parlamentare quasi dei due terzi dell’assemblea legislativa: 410 deputati su 650. Un gigantesco premio di maggioranza di oltre 30 punti, tanto da consentire il raddoppio dei seggi. Con il sistema proporzionale puro sarebbero stati 200 in meno consegnando il Paese all’ingovernabilità. Se tutto questo fosse avvenuto da noi si sarebbe urlato, in particolare da sinistra, all’attentato alla democrazia, alla manifesta incostituzionalità, al golpe autoritario. Chi ne ha più ne metta! Eppure il Regno Unito non è una nazione illiberale o autoritaria, quanto piuttosto una delle più antiche e blasonate democrazie continentali. Ecco perché difronte ad un quadro molto complesso dei sistemi della rappresentanza democratica e del ruolo delle assemblee elettive il nostro dibattito interno appare provinciale e strumentale solo ai fini della politica interna. Ci sarà stata anche la brexit ma il sistema democratico anglosassone rimane uno dei migliori assetti istituzionali di stampo liberale. Allora non gridiamo allo scandalo solo quando ci conviene.
Il risultato delle elezioni nel Regno Unito, così come per i precedenti, rientra appieno nella regola dell’alternanza e il riformista Starmer ha vinto perché ha convinto la maggioranza degli elettori.
In Francia il Partito di Marina LePen ha raggiunto l’identica percentuale dei laburisti inglesi arrivando prima nettamente. In questo caso, però, lo straordinario successo non la porta trionfante al governo come è successo Starmer, anzi la condanna all’opposizione.
Ha vinto, di fatto, il neo comunista Melenchon con la desistenza del Presidente Macron, generando, in questo caso, una pericolosa instabilità.
Regno Unito e Francia sono l’esempio evidente della difformità nei sistemi della rappresentanza democratica causata dai diversi sistemi elettorali: uno maggioritario a turno unico e l’altro a due turni. Entrambi legittimi ma che determinano risultati opposti.
Così due grandi Nazioni solo perché adottano un sistema elettorale diverso riconoscono una rappresentanza del voto degli elettori del tutto divergente.
In una settimana sì è avuta la prova di come sia delicato l’equilibrio tra una piena democrazia della rappresentanza e le scelte politiche che determinano le leggi elettorali, che il più delle volte non vengono concepite per quello che sono: un modello tecnico applicativo da valutare con rigore.
Il nostro Paese, soprattutto guardando a quello che è successo in Francia e nel Regno Unito, è quello che garantisce più degli altri bilanciamento e stabilità.