Era il 1991, Francesco Cossiga aveva visitato a luglio le Vele di Scampia. Pochi giorni dopo la visita al Quirinale convocò una riunione con il Ministro per le Aree Urbane, Carmelo Conte, con il sindaco di Napoli Nello Polese, con il prefetto ed i comitati di quartiere.
Sbottò e chiese al Ministro un piano straordinario. Disse a Conte: “Subito un piano di riqualificazione o chiederò alle Forze Armate, ai cacciabombardieri di abbattere le Vele, le bombardo”.
Conte, uomo di grande visione, preparò un piano nello stesso 1991 e trovò i finanziamenti. Il piano prevedeva l’abbattimento delle Vele, tutte, la messa in sicurezza della zona, la creazione di parchi, di servizi, di nuova edilizia. Non aveva senso salvare nulla di quel disastro urbanistico e sociale.
Si è perso tempo. Si sono persi trenta anni. Era meglio evacuare e bombardare.
Erano meglio le bombe, non avrebbero fatto i morti che ha fatto l’incuria, la colpevole distrazione, il lassismo ideologico.