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28 Novembre 2024

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Si chiude Giffoni, Gubitosi attacca Sangiuliano

Il fondatore nel giorno di chiusura dell’evento traccia un primo, positivissimo, bilancio dell’edizione e annuncia la sua azione per il ripristino dei fondi del Ministero della Cultura

Di seguito l’intervento del fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi, in occasione della conferenza stampa di chiusura della cinquantaquattresima edizione di Giffoni Film Festival che si è svolta questa mattina presso la Giffoni Multimedia Valley

Quello che in questi giorni è avvenuto a Giffoni è qualcosa di magico. Ero consapevole che il programma, che con tutto il mio team avevamo lanciato il 9 luglio scorso, rappresentava uno dei più grandi sforzi creativi, organizzativi ed economici mai prodotti. Dal primo giorno ho sentito forte un’energia che mai nelle precedenti edizioni ho registrato, la mia esperienza mi ha fatto capire da subito che ci trovavamo di fronte ad una passione e ad una partecipazione oggettivamente straordinarie. 

Chi è stato a Giffoni in questi giorni ha trovato un paese in festa. Migliaia di famiglie, di ragazze e di ragazzi felici, scalpitanti, giovani meravigliosi che hanno seguito con attenzione tutte le nostre proposte, dalla Impact a +18 fino alla nuova sezione dedicata allo Sport che ci ha dato un’ulteriore occasione di sviluppo e di crescita.  Benessere sociale è l’espressione che più di tutte rende l’idea di ciò che qui è accaduto, di ciò che qui si è potuto respirare in dieci stupende giornate. Felicità e bellezza e Giffoni ne è stata ancora una volta la capitale. 

Per dare qualche numero di quest’edizione così importante: oltre trecento ospiti tra uomini di cultura, di scienze, della politica e delle arti, tutti presenti e tutti confermati, oltre cinquanta registi dei film in concorso, e, ancora, le anteprime, e i tanti, ma veramente tanti progetti sociali dove abbiamo dato spazio ed ascolto a chi nella vita opera e lavora per i ragazzi, con particolare riferimento a chi ha bisogni speciali. Il mio bilancio è estremamente positivo. Questo mi rende felice. 

Adesso il festival è terminato e ho il dovere di ricordarvi che è stato realizzato grazie ad un primo, importante, finanziamento della Regione Campania che il presidente Vincenzo De Luca, a maggio, è riuscito a recuperare tra i fondi propri. Lo aveva promesso e lo ha fatto. 

In queste intense giornate ho mantenuto una totale tranquillità interiore, ma adesso ho il dovere di comunicarvi l’azione messa in campo dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, esclusivamente contro Giffoni. 

Come ben sapete lo scorso anno otto ministri del governo Meloni sono venuti a Giffoni. E anche quest’anno ho rinnovato l’invito a quei componenti del Governo la cui presenza ritenevo potesse essere necessaria per l’arricchimento del confronto tra le istituzioni ed i ragazzi. La Presidente Meloni mi ha ringraziato per l’invito, ma, per suoi impegni istituzionali in Italia e all’estero, non è potuta esserci. Vale lo stesso per i ministri Fitto, Crosetto, Nordio, Valditara, Calderone

Abbiamo avuto in collegamento il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti che, seppur in partenza per il Brasile, non ha voluto mancare l’appuntamento con noi. Così come ieri c’è stata la giornata molta intensa trascorsa qui dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, che è persona e ministro molto fattivo, ha compreso dal primo momento le reciproche potenzialità che potevamo mettere in campo. Di questo lo ringrazio e con lui il Dipartimento per le Politiche Giovanili e tutto il team per come sono state svolte tutte le attività programmate. Aggiungo, poi, che, per i progetti legati al FAMI, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ci ha inviato un videomessaggio molto accorato ed intenso. Invece, anche quest’anno, dopo diverse promesse è mancato nuovamente all’appello il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che pure dovrebbe essere il ministro di riferimento per Giffoni. 

Partiamo dai fatti. Da anni Giffoni risponde al bando relativo alla concessione di contributi ad attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva. il nostro progetto è stato ritenuto validissimo dalle commissioni che giudicano le proposte tanto da meritarsi più volte il primo posto in graduatoria con un finanziamento arrivato lo scorso anno a 950mila euro. Trattandosi di un bando, non ci sono mai state ingerenze, come è ovvio. Ad essere premiata è sempre stata la qualità del nostro progetto e la quantità di iniziative messe in campo. Che non ha pari in Italia con nessun altro evento culturale e cinematografico.

Quest’anno, per la prima volta da quando esiste questo tipo di intervento, il Ministero della Cultura ha inteso imporre un tetto pari a 400mila euro di contributo massimo erogabile. Fin qui nulla da eccepire, se non fosse stato che la pubblicazione del bando c’è stata a luglio, a pochissimi giorni dall’inizio del festival, creandoci stupore ma soprattutto grande preoccupazione. A guardare le graduatorie degli ultimi anni sorge più di un sospetto. Quali sono i progetti che negli anni hanno superato i 250mila euro di contributo? Uno solo. E cioè Giffoni che nelle ultime cinque edizioni del bando, come detto, si è visto riconoscere un sostegno pari a quasi un milione di euro annui. Ecco perché non penso di sbagliare se definisco questo bando un bando punisci-Giffoni. Tutto questo ci causa, come è ovvio, una evidente criticità dal punto di vista finanziario ed economico, ancor più grave perché è andata ad impattare sull’edizione di quest’anno, tutto questo, ribadisco, non era mai avvenuto nella nostra storia, una storia che va avanti da oltre mezzo secolo, una storia italiana conosciuta in tutto il mondo, una storia di cui essere orgogliosi e che abbiamo costruito anno dopo anno, mattone dopo mattone. Senza che nessuno ci abbia mai regalato nulla. 

A questo punto è giusto anche illustrare le motivazioni che sono alla base di questa decisione punisci-Giffoni. La questione è politica, la mia responsabilità sarebbe stata quella di mettermi al fianco del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in riferimento al mancato trasferimento dei Fondi di Sviluppo e Coesione. Ecco, secondo alcuni, io sarei dovuto restare in silenzio piuttosto che mettere in luce, come ho fatto, le difficoltà ed i problemi che anche Giffoni poteva avere in seguito al mancato riparto delle risorse, rischiando, come è successo per tantissime altre attività, di chiudere. È mai possibile che io, dopo 54 anni di onorata carriera, avrei dovuto accettare che per un anno Giffoni poteva anche non svolgersi? Avrei dovuto perciò tacere? Impossibile. Inaccettabile. Ho deciso di mettermi al fianco della mia Regione. Ho deciso di difendere Giffoni. Ho deciso di difendere la sua storia, quella di un’idea made in Italy, che affonda le sue radici in un Sud che crea sviluppo. Ho agito nell’interesse dei ragazzi e di un intero territorio che è cresciuto, si è sviluppato e vive intorno a questo grande progetto. Cos’altro avrei dovuto fare? 

In questi mesi abbiamo lavorato in silenzio, senza alcuna certezza, per dare vita ad un’edizione comunque memorabile del Festival. Ci siamo riusciti. Non mi sono mai permesso di esprimere un giudizio o una critica contro il Presidente Meloni o contro il Ministro Fitto o lo stesso Ministro Sangiuliano. Perché il rispetto istituzionale per me è sacro

Se il ministro Sangiuliano avesse accettato l’invito, avrebbe avuto modo di toccare con mano la nostra realtà e avrebbe avuto modo di comprendere cosa è stato realizzato in questi anni proprio grazie ai Fondi di Sviluppo e Coesione. Quale trasformazione del territorio si è registrata proprio grazie all’impiego di queste risorse che hanno determinato le condizioni per dare vita a nuova economia, nuova ricchezza, nuova occupazione. Altro che investimenti effimeri e clientelari, come spesso il Ministro ama etichettare gli interventi sulla cultura realizzati negli anni in Italia. Si inseriscono in questo discorso anche la certificazione arrivata dal Nuvap, il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – che ha promosso a pieni voti la nostra programmazione e gli investimenti realizzati – e lo studio condotto da Deloitte sul valore del nostro brand. E’ un po’ paradossale, perciò, che mentre da un lato viene cristallizzato un dato importantissimo e cioè il valore economico del marchio Giffoni– stimato per oltre 71 milioni di euro annui – il Ministro, piuttosto che tener conto della nostra unicità, quella di un Festival che promuove cinema e cultura dodici mesi su dodici, decide di penalizzarci con questo taglio ingiusto che arriva, tra l’altro, in un anno in cui la dotazione del fondo per i contributi ai festival è rimasta identica allo scorso anno. 

Con questa decisione il Ministro della Cultura taglia i fondi ai ragazzi, alle famiglie, agli italiani. E questo è davvero inaccettabile. Di questa assurda presa di posizione ne è a conoscenza il Presidente Meloni ed alcuni Ministri del suo Governo. E adesso ne siete tutti a conoscenza perché è giusto che tutti sappiano quello che è il nostro obiettivo: vogliamo che il Ministro Sangiuliano ci restituisca quello che ci è stato sottratto. Ci appelliamo al Ministro Sangiuliano perché ripristini quelle condizioni di agibilità. E’ ovvio che i fondi li avevamo già tutti impegnati per realizzare quest’edizione, perché non potevamo immaginare, a pochi giorni dal festival, un taglio così radicale. Eppure è quello che abbiamo subito. Immotivatamente. 

Questa situazione di precarietà deve finire e mi appello ai parlamentari di ogni forza politica di intervenire, nelle forme che ritengono più opportune. Chiedo, inoltre, di prevedere attraverso un emendamento alla legge di bilancio dello Stato, di prossima approvazione, uno stanziamento annuale fisso. E’ il modo più opportuno per sottrarci a questa condizione di precarietà e di incertezza. 

Negli ultimi mesi ho chiesto più volte incontri e appuntamenti al Ministro, spesso anche programmati. Sempre annullati da lui. Non mi manca la pazienza. E’ per tutte queste ragioni che nei prossimi giorni andrò davanti alla sede del Ministero della Cultura, davanti a quella che considero essere casa mia e lì starò fin quando non avrò certezze dal Ministro Sangiuliano. Con l’unica arma che ho che è la mia storia, la mia età e quello che sono stato capace di fare. Non mi muoverò da lì fin quando non avrò la conferma che il finanziamento ci verrà restituito. 

Lo farò, a poche ore dalla chiusura di questa splendida edizione di Giffoni, perché credo fortemente nel valore del dialogo. Considero sacrosanto il rispetto delle istituzioni, anche se a volte sono proprio le istituzioni a non rispettarci. 

Giffoni è patrimonio di tutti, appartiene a tutti ed è giusto che tutti siano informati su questa vicenda che mette a serio rischio la nostra stabilità, il nostro futuro.  Ecco perché chiedo a tutti di far circolare questa notizia e di sensibilizzare il Governo su questa insopportabile ingiustizia”.

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