“Pensavo di essere l’ultimo ‘pirla’ che si era fidato di Renzi. Non ero l’ultimo e questo mi rassicura dal punto di vista psicologico. L’unica cosa che mi sento di dire e’ in bocca al lupo a Elly Schlein”. Carlo Calenda non ci riesce a non litigare. Al giornale Nazione-Carlino-Giorno osserva “se pensassi anche io che la politica e’ solo mero tatticismo, impiegherei dieci minuti a entrare nella coalizione di centrosinistra, chiedendo qualche posto sicuro”. “Ma poi – dice il leader di Azione rilanciando sui temi – quanto e’ destinato a durare quel governo che non e’ d’accordo se stare o non nella Nato, o se ci sono dentro i 5 stelle che continuano a dire ‘viva il Venezuela’? Mi spiace, non ragiono cosi'”. “Sono consapevole che per rompere il bipolarismo serve tempo. Ma qualcuno ci deve provare, e quando le cose vanno male, ci si rialza e si ricomincia”, spiega ancora Calenda che torna a disegnare cosi’ gli scenari a medio termine: “L’Italia e’ alla canna del gas: nel medio periodo c’e’ il rischio di una crisi finanziaria e si chiamera’, nella migliore delle ipotesi, un premier tecnico. Nella peggiore delle ipotesi, il corto circuito si verifichera’ dopo elezioni politiche in cui andra’ a votare meno del 50% degli aventi diritto. In quel caso, potrebbe arrivare un signore che dira’ ‘questo Parlamento non e’ legittimato, devono andare tutti a casa’. Allora si’, quando si presentera’ un uomo forte, avremo un problema democratico. Lavoro per evitare che cio’ accada”