di Vanni Vignes
Mancano ormai pochi giorni all’inizio della stagione agonistica 2024/2025, con il primo turno di Coppa Italia e l’esordio successivo in campionato ormai alle porte, e sincerità per sincerità, ancora pare poco chiaro e definito l’organico su cui la Salernitana potrà fare affidamento per affrontare gli impegni che verranno. A tutti sono chiare le operazioni già definite, con il diesse Petrachi che sta riuscendo nel complicatissimo compito di liberarsi di tutte le zavorre, fisiche ed economiche, ereditate dalla precedente gestione mentre pare più complicato capire quali siano i margini di manovra consessigli dal patron Iervolino, per sostituire e colmare poi i vuoti che inevitabilmente si vengono a creare in organico. La sensazione è che l’unica scelta che si possa fare è legata ad un “atto di fede” nei confronti del diesse, che sul campo sta dimostrando di meritare la fiducia della gente di Salerno. Ma è proprio sulla gente di Salerno che andrebbe fatta una riflessione. Sia chiaro, sarebbe più conveniente per chi scrive far finta di nulla, abbassare la testa e seguire il sentimento popolare, perchè questo poi alla lunga regala consensi e visualizzazioni che, in questo mestiere, rappresentano e garantiscono pane e longevità. Il problema del sottoscritto è che i pensieri, le idee, le impressioni, non riesce mai a tenerle per se stesso, mosso da un amore incondizionato verso la nostra città e la nostra squadra ed è per questo che spesso, a rischio di diventare ancora più impopolare di quanto già sia, li esprime in maniera chiara, Forte, diretta.
SALERNO, CHE COSA VUOI FARE?
E’ questa la domanda che da qualche settimana mi rimbomba nel cervello e giuro, non riesco a darmi una risposta.
Le scelte della proprietà sono chiare: disimpegno, volontà di cedere e ridimensionamento soprattutto economico, con Iervolino che non ha certamente nascosto il cambio drastico di direzione ed orientamento.
Che cosa la città può fare? NIENTE, se non prendere atto e regolarsi di conseguenza. Ed è proprio su questo che nascono le mie perplessità. Si perchè all’improvviso lo sport preferito di una parte della città pare essere diventato “sparare sulla cROce rossa”, dimenticando appartenenza, amore, tradizione ed anni di sacrifici ed umiliazioni. Una parte della città, piccola ma rumorosa e fastidiosa, pare godere di questa situazione per sfruttarla in cerca di qualche secondo di notorietà social, a caccia di qualche like che possa riscattare, o illudere di farlo, un’esistenza di tristezza e solitudine. Sacrosante le critiche, sacrosanti gli appunti e le rimostranze, ma una volta fatte, una volta chiariti e sbandierati gli errori e le mancanze, grandi, evidenti, gravi, da parte di questa società, resta poi la Salernitana, la sua maglia, la sua storia, la NOSTRA STORIA. Ed è per questo che il perseverare negli attacchi su qualunque cosa, diventa all’improvviso stucchevole, fastidioso, pretestuoso. Sappiano questi signori che non c’è bisogno del loro inutile parere per capire che la squadra è incompleta e che in tempi rapidi c’è bisogno di un cambio di rotta sostanziale e sostanzioso. Se la Salernitana dovesse andare male, malissimo, il loro continuo piangersi addosso non allevierà la situazione ne modificherà il percorso, il futuro, i risultati. Grazie a Dio il tifoso medio, quello vero, quello più numeroso, quello più appassionato è già pronto a schierarsi al fianco della squadra, al fianco di chi combatterà per Salerno e la sua gente. Senza regalare niente a nessuno, pretendendo impegno, sudore, sacrificio ma garantendo sostegno incondizionato come da oltre 100 anni questa gente ha sempre fatto. Quando certi personaggi in cerca di dignità si riempiono la bocca, nei momenti di successo naturalmente, ricordando che “La Salernitana è la nostra, è la nostra vita”, farebbero forse meglio ad andare a nascondersi come fanno da anni, nel chiuso delle loro camerette, nel loro mondo dei sogni, perchè qui nel mondo civile non riuscivano a trovare spazio, identità, ne pane da mangiare. Salerno per fortuna non sono loro, ne lo è questa società, o Iervolino o qualunque altro presidente o proprietario al suo posto; ma sono le migliaia di giovani, adulti, anziani che lo scorso Giugno ad alta voce hanno ribadito, laddove ce ne fosse stato ancora bisogno, il proprio amore, la propria identità, la propria appartenenza. Salerno nostra è pronta a tornare ad essere quella che è sempre stata: popolare e popolana, faro ed ispirazione per tutte le altre popolazioni del meridione d’Italia. Salerno è nostra e noi, tutti noi, abbiamo il dovere di difenderla. FORZA SALERNITANA