“Non possiamo costruire il tetto senza fare prima le fondamenta. Bisogna superare la logica di piccoli interventi a breve termine. La politica è chiamata a esprimere una visione della società e la prima domanda che dobbiamo porci è: cosa significa essere italiani? Vuol dire remare tutti nella stessa direzione: diritti, democrazia, dignità umana, sviluppo economico e civile”. Lo dice al Giornale, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, parlando della riforma della cittadinanza. “Alcuni nuovi cittadini – ha spiegato – sono pienamente integrati, mentre altri non sanno neanche parlare italiano. Basta chiedere a un Sindaco e vi dirà che l’80 per cento ha difficoltà a leggere anche una sola riga del giuramento. Spesso vengono accompagnati dai figli, che fanno da interpreti, ma non basta questo per dar loro una cittadinanza da minorenni, tra l’altro senza che i genitori la possano ottenere. Alle sinistre chiedo: intendete la cittadinanza come premio finale della raccolta punti della Coop o come l’esito di un vero percorso di integrazione? La differenza è abissale: nel primo caso parliamo di un semplice passaporto; nel secondo caso, di un tassello che si aggiunge al puzzle sempre più ricco della società italiana” ha concluso.