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17 Novembre 2024

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Elisabetta Trenta: “Superare i parlamentari nominati con il Referendum”

L’Impertinente parla con Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa nel Governo Conte I, oggi presidente del Comitato ‘Io voglio scegliere’, in prima linea in una grande battaglia di democrazia. 

‘Io voglio scegliere’ come nasce l’idea del Comitato?

Nasce in un gruppo di lavoro il cui perno principale era Felice Besostri, avvocato, giurista, già senatore e professore universitario, che era riuscito a far dichiarare l’incostituzionalità di due leggi elettorali, prima del “Porcellum“ e poi dell’“Italicum”.

Purtroppo poi però il parlamento nel 2017 è riuscito a produrre una Legge elettorale, il Rosatellum, ancora peggiore delle due e, a quel punto, Besostri avviò una lunga serie di ricorsi contro di questa, mettendone in luce il carattere incostituzionale”.

I ricorsi non tutti ancora definiti, non sono andati a buon fine e quindi si è deciso di promuovere un referendum con l’obiettivo di migliorare il Rosatellum, per quanto possibile usando lo strumento referendario, per promuovere la partecipazione dei cittadini, riconsegnando loro la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.

Felice Besostri è deceduto in Gennaio e abbiamo deciso di portare avanti il suo lavoro.

In sintesi cosa si chiede?

Con i Referendum si vogliono abrograre alcuni meccanismi attraverso i quali il Rosatellum viola sistematicamente la volontà espressa dall’elettore, al fine di predeterminare l’elezione dei candidati prescelti dai capi partito. Il Popolo, che la nostra Costituzione definisce sovrano, al massimo, concorre a scegliere parzialmente il partito e a determinare il numero degli eletti di un partito, ma non sceglie veramente chi sarà eletto. Avviene così che si forma un Parlamento in cui agli eletti manca il sostegno diretto degli elettori perché i partiti si sono sostituiti agli elettori nella scelta dei candidati. 

Come effetto di questa situazione i parlamentari, non più eletti ma nominati, perdono il legame di responsabilità politica verso i cittadini, e restano leali soprattutto verso chi li ha scelti e li può confermare, le segreterie dei partiti; la qualità della classe politica si riduce, la gente percepisce che, anche se cambiano i Parlamenti e i Governi, i problemi rimangono non risolti, e così smette di votare e partecipare e, soprattutto, il Parlamento perde sempre di più il suo potere, a vantaggio dell’esecutivo e di una governabilità che, senza rappresentanza, altera uno degli elementi della Democrazia, l’equilibrio tra i poteri. 

I parlamentari, non più eletti ma nominati, perdono il legame di responsabilità politica verso i cittadini, e restano leali soprattutto verso chi li ha scelti e li può confermare, le segreterie dei partiti

La raccolta firma non decolla. Troppa paura nei partiti?

Si temo sia proprio questa la ragione. Non posso spiegarmi in maniera diversa il comportamento di quasi tutti i partiti. Da una parte la paura di “autodanneggiarsi” delle segreterie che non vogliono perdere il potere che si sono prese a danno dei cittadini, dall’altro, probabilmente la voglia di usare il Rosatellum, come ha fatto la destra, e di approfittare proprio dei meccanismi come quello del voto congiunto e del derivante premio di maggioranza nascosto, per cercare di vincere le prossime elezioni.

Sono convinta che, se per vincere è necessario negare uno dei principi fondamentali della Democrazia Rappresentativa, si è già perso e, se per caso si vincesse, la vittoria non potrebbe essere definita una vera vittoria democratica. 

Il sistema della comunicazione. A suo giudizio c’è scarsa pubblicità sul tema?

Siccome i partiti non vogliono ora questo referendum, anche la comunicazione non ne parla e non parlo solo di TV, Radio Nazionali e Giornali ma anche di molti influencer che cominciano ad essere strumenti dei partiti. 

Noi stiamo facendo il possibile però per far crescere le firme on line ed invitiamo i cittadini a firmare senza scoraggiarsi. Possiamo ancora farcela. 

Noi stiamo facendo il possibile però per far crescere le firme on line ed invitiamo i cittadini a firmare senza scoraggiarsi. Possiamo ancora farcela

Come fare per firmare

La campagna e la raccolta firme continueranno ancora per 10 giorni on line sulla piattaforma pubblica e gratuita sulla quale è possibile firmare per i referendum e le Leggi di iniziativa popolare. 

Si può accedere alla firma, con SPID o CIE, attraverso il sito www.iovoglioscegliere.it

E’ facile firmare: una volta inserito il proprio SPID o numero di Carta di Identità elettronica, si selezionano le iniziative referendarie. Le nostre sono le prime 4. Si apre la prima, si clicca su “Sostieni l’iniziativa”, poi “Continua” poi “Sostieni l’Iniziativa”. A questo punto si è firmato per il primo e, volendo, si può stampare un attestato di firma. Poi, per firmare il secondo, terzo e quarto referendum, si torna indietro con il tasto home e si procede come per il primo. 

Oltre ai referendum abbiamo anche presentato una Legge di iniziativa Popolare per la reintroduzione delle preferenze al plurinominale. Per firmare anche quella, bisogna scorrere la barra di ricerca fino alla pagina 7. Si riconosce dal simbolo di “io voglio scegliere”, l’immagine della croce, rossa e verde, che tracciamo con la matita quando votiamo.

Ad oggi più di 100.000 persone hanno firmato nonostante il silenzio dei partiti e dei media, ma con il vostro aiuto, i prossimi 10 giorni potrebbero essere sufficienti per raggiungere il numero di firme necessarie. 

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