“Ho definito le sue parole inopportune, e già mi sembra un complimento”. Così il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, commenta al Corriere della Sera le parole di Elon Musk sui giudici italiani nel caso dei migranti trasferiti in Albania. “Il suo è stato un intervento a gamba tesa sul rapporto tra due istituzioni di un Paese straniero. Un intervento, poi, che viene da un imprenditore straniero che non è uno qualsiasi: Elon Musk ha partecipato attivamente alla campagna elettorale di Donald Trump”.
“Quello che sta succedendo in Italia non deve riguardarlo. Le sue parole alimentano uno scontro con la magistratura che il centrodestra non vuole. Non esiste qui da noi un conflitto tra poteri dello Stato. Tra governo e magistratura nel suo insieme”. Sulla differenza di opinioni sul tema all’interno della coalizione al governo: “Ognuno nella coalizione porta la propria storia. E Salvini farebbe bene a portarla fino in fondo”. “Nel 1993 c’erano due giovani consiglieri nel consiglio comunale di Milano”, ricorda Lupi, “uno ero io, l’ultimo rappresentante della Dc. L’altro era Salvini, il penultimo eletto nelle file della Lega. E ricordo bene come lui si facesse portavoce positivo delle istanze dei centri sociali”.