Per Elon Musk i giudici del Tribunale di Roma che hanno sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati in Albania “devono andarsene”. Fortunatamente si è fermato a questo senza specificare anche “dove” dovessero andarsene.
È dovuto addirittura intervenire il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ricordare al mega imprenditore sudafricano che l’Italia “sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione”.
In tutta questa vicenda, nella quale–come ultimamente spesso capita–il Presidente Mattarella è sembrato un gigante tra i lillipuziani, la riflessione da fare è che i nostri politici si sono trasformati tutti improvvisamente in opinionisti.
Siamo pieni di opinionisti in televisione, sui giornali, in radio e, da un po’ di tempo a questa parte, anche in Parlamento.
E dunque, “grande Presidente”, “ci voleva Mattarella”, “Musk pensi ai fatti suoi al posto di insegnarci cosa è giusto e cosa è sbagliato”, e via così. Che poi, a ben vedere, tutte queste opinioni lette e sentite sono anche abbastanza sterili e inconsistenti, utili soltanto a posizionarsi sul web e sui social accanto al nome di Elon Musk (che fa tendenza).
Il problema è proprio questo.
Gli opinion leader di casa nostra hanno scambiato la politica per uno dei tanti talk show nei quali danno sfoggio del loro fine eloquio.
La politica, però, non è–solo–il “bel parlare” e non è-per niente-l’inseguire la notizia da commentare con sagacia per acchiappare qualche like.
Ha fatto bene il Presidente Mattarella a rintuzzare Musk, ma gli altri pensassero a lavorare.
Donato D’Aiuto