“La Campania registra una crescita nel numero di nuove imprese, ma soffre di una scarsa qualificazione della forza lavoro, mentre la Lombardia, a parità di imprese, ha accresciuto il valore aggiunto dei propri prodotti. In molte regioni del Sud, il valore aggiunto si è addirittura ridotto. Ciò dimostra che non è il semplice numero di imprese a incidere sul Pil, ma la qualità dello sviluppo e delle competenze”. Lo ha spiegato Felice Iossa, della direzione nazionale del Psi e responsabile del Mezzogiorno, aprendo i lavori della due giorni di convegno nazionale organizzata al Teatro Iav di Napoli dal Psi sul tema “Avanti, Sud. Mezzogiorno, Lavoro, Riformismo”, a cui prendono parte il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio, Bobo Craxi della segreteria Psi e Giulio Di Donato della direzione nazionale del partito del garofano.
“Le difficoltà del Mezzogiorno – ha aggiunto Iossa – derivano anche da scelte politiche errate. L’abolizione della Cassa per il Mezzogiorno, ritenuta un tempo strumento di sviluppo, ha provocato il disimpegno dello Stato e l’interruzione di politiche che avevano iniziato a produrre risultati positivi”. “Occorre ripensare il ruolo dello Stato – conclude Iossa – nello sviluppo del Mezzogiorno. Pur non potendo tornare al modello del passato, lo Stato può influenzare le scelte imprenditoriali attraverso leve fiscali e incentivi agli investimenti nelle aree svantaggiate. Una proposta chiave sarebbe la detassazione degli utili per le imprese che investono nel Sud, in linea con i vincoli europei. Questa misura potrebbe contribuire a creare un nuovo modello di sviluppo territoriale”.