Non sono un giurista ma una osservazione sulla vicenda del limite ai mandati e la Costituzione va fatta. Nella speranza altri, e più autorevoli, possano approfondire.
Il Governo ha impugnato la legge della Regione Campania. Un testo normativo che recepisce la norma nazionale e che fissa, dalla data del ricevimento, il limite dei due mandati.
Il Governo ritiene che la norma sia stata già recepita in una legge regionale del 2004, vedremo.
Sarebbe, nelle more di questa discussione, interessante un approfondimento di merito.
Per gli uffici del Governo “il divieto è un principio uniforme e inderogabile su tutto il territorio nazionale, nonché funzionale all’esigenza di prevenire il rischio di concentrazione e di personalizzazione del potere”.
Registrata l’anomalia di un Esecutivo che pretende di legiferare sulle leggi regionali delle Regioni, le stesse alle quali vorrebbe riconoscere autonomia anche su materie ‘improbabili’ come scuola e politica estera, è altra l’osservazione che andrebbe approfondita.
Dove, nella Carta Costituzionale, c’è un passaggio sul limite dei mandati? Dove principi o indicazioni in questa direzione? Eppure i costituzionalisti avevano pensato ad ogni forma di garanzia democratica.
Quando, per la prima volta nella storia repubblicana, si pensò ad un mandato bis del Capo dello Stato molti si interrogarono sulla Costituzione. Correva l’anno 2013 ed a Giorgio Napolitano fu chiesto di avviare il secondo mandato al Quirinale dopo il primo settennato.
Quando si pensò ad un mandato bis del Capo dello Stato molti si interrogarono sulla Costituzione. Il giudizio unanime fu quello di dire che non vi erano impedimenti costituzionali e che in assenza di una indicazione precisa si doveva considerare inesistente il limite dei mandati
Alcuni, molti in verità, si interrogarono sulla Carta. Il giudizio unanime, di osservatori e costituzionalisti, fu quello di dire che non vi erano impedimenti costituzionali e che in assenza di una indicazione precisa si doveva considerare inesistente il limite dei mandati.
Ora, atteso che il limite non esiste per i rappresentanti del Parlamento e per il Presidente del Consiglio, sarebbe interessante capire perché i giudici costituzionali dovrebbero prevederlo solo per i presidenti di Regione.
Molti, in questi giorni e soprattutto nella maggioranza di governo, confidano nelle nuove elezioni dei giudici costituzionali. Con i nuovi equilibri, dicono alcuni, le cose cambieranno e per il Governo sarà più facile difendere scelte. La maggioranza di centrodestra, come è prassi consolidata, esprimerà dei nomi di parte. Ci stà. Non ci sta però che sia il centrodestra a commettere, dopo averli giustamente denunciati per anni, i peggiori errori di certa sinistra che, a Palazzo della Consulta, ha piazzato, controllato e condizionato troppi togati.