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24 Gennaio 2025

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Iossa: “Contro la violenza nel napoletano serve un intervento dello Stato”

“Il dilagare della violenza nei centri urbani di Napoli e nei quartieri periferici come Scampia, Barra e Ponticelli, così come nei comuni vesuviani (Torre del Greco, Ercolano, Torre Annunziata, Castellammare) e in quelli di Terra di Lavoro (Casal di Principe, Aversa e altri), rende imprescindibile un intervento sistematico dello Stato per contrastare la criminalità radicata sul territorio”. Così Felice Iossa, della direzione nazionale e responsabile Mezzoggiorno del PSI. “Non si tratta unicamente di una questione di ordine pubblico – ha detto- è fondamentale comprendere che non si può pensare a un rilancio economico senza prima bonificare l’ambiente in cui gli operatori economici si trovano a lavorare. Il Mezzogiorno deve trasformarsi, passando da un’area ad alto rischio sociale a un contesto favorevole allo sviluppo. Questa trasformazione non può essere affidata esclusivamente alle forze dell’ordine. Si tratta di un problema strutturale e storico, già emerso con l’inchiesta Saredo e mai realmente risolto. La mancata azione concreta da parte dei governi che si sono succeduti ha permesso al fenomeno criminoso di radicarsi profondamente nella società, generando una cultura che favorisce il reclutamento di nuove leve criminali, spesso più efficacemente di quanto le Università non formino la futura classe dirigente del Paese”. Secondo Iossa, inoltre, “è indispensabile lavorare a un programma di sviluppo per il Mezzogiorno che includa misure incisive e radicali contro la malavita organizzata. Lo Stato – ha proseguito – deve garantire ai cittadini e agli operatori economici una percezione chiara e tangibile della propria presenza sul territorio. Ciò significa agire su tutti i fronti in modo coordinato, per assicurare il rispetto della legalità e della normalità nella vita quotidiana. È necessario puntare su interventi ordinari, sistematici e continui, che diventino parte integrante della quotidianità e offrano sicurezza e stabilità. Solo attraverso questo cambiamento strutturale sarà possibile attrarre investimenti e dare una concreta opportunità di crescita al Mezzogiorno. Non si può chiedere a chi vuole investire di mettere a rischio non solo i propri capitali, ma anche la propria vita. È essenziale – ha concluso – sciogliere quei nodi che bloccano lo sviluppo di un territorio dalle enormi potenzialità, ma che rischia di rimanere ancorato alle sue criticità se non si interviene con decisione e lungimiranza”.

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