“Berlinguer e Craxi più vivi che mai, il primo sulla tessera del Pd il secondo su quella del Psi, gli anni ’80 sempre più tra noi, causa di un presente politico esile e macilento. Ma, a rifletterci bene, Craxi e Berlinguer sono significativi più di divisione che di unità, il contrario di ciò di cui ci sarebbe oggi bisogno a sinistra”. E’ la riflessione di Giulio Di Donato, gia vice segretario del Psi, una vita per il socialismo italiano.
“Perché Berlinguer – spiega – da vero comunista ha combattuto fino alla fine Craxi, il psi ed il socialismo democratico di stampo europeo e Craxi, da vero riformista socialista, è rimasto da solo a sostenere il socialismo come significante della democrazia e l’alternanza alla Dc. Oggi, se vuole essere una alternativa credibile alla destra, la sinistra deve far sua l’esperienza riformista di cui Craxi è stato grande interprete in Italia (non solo da capo del Governo), in Europa (il socialismo democratico ed il sostegno al dissenso sovietico) e nel mondo (Italia nel G7, quinta potenza economica mondiale, da delegato Onu, l’azzeramento del debito dei Paesi poveri). Di Berlinguer restano rispetto e stima per l’uomo, ma assoluta e totale inidoneità politica”.
“Il Pd non si rifugi nel passato, non insegua nostalgie, non si faccia abbagliare da minoranze e ribellismi, si decida a diventare forza di governo. Nel segno di Craxi. “conclude.