“Oltre un milione di lavoratori afferenti al contratto collettivo nazionale di lavoro, industria e cooperative dell’edilizia avrà un aumento di 180 auro, totali, entro il 2027. Un aumento salariale significativo per gli addetti del settore”. Lo ha dichiarato la segretaria generale della FenealUil di Salerno, Patrizia Spinelli, a seguito dell’intesa raggiunta tra le parti sociali dell’edilizia – Ance, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Produzione e Lavoro, FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil – riguardo i contratti del settore. Per la provincia di Salerno sono 3738 le imprese interessate per un totale di 17784 operai nel 2024. “L’aumento salariale al primo livello è pari a 180 euro – ha commentato la Spinelli – e sarà diviso in tre tranche: 80 euro, la prima tranche, è già calcolata dal 1° febbraio. Le altre due, da 50 euro ciascuna, dal 1° marzo del 2026 e del 2027. Così facendo, c’è un recupero inflattivo dell’11%. Un aumento salariale di buon livello”.
“Tale intesa è comunque subordinata alla firma di tutti i testi su vari temi ad esso annessi, entro il 28 febbraio 2025 – conclude la Spinelli – di notevole interesse sarà la definizione della denuncia unica, trasferta ed F24: elementi dirimenti sia in termini di semplificazione, che di ulteriore contrasto al lavoro irregolare. Con questo accordo, intanto, si conferma il valore importante delle relazioni industriali del settore. Le parti sociali, ancora una volta, scelgono la strada della regolarità e della legalità tramite lo strumento delle casse edili”.
In particolare, la Uil considera prioritario il tema dei salari, oltreché delle pensioni, falcidiati da un’elevata perdita del potere d’acquisto e dalla difficoltà nel rinnovare contratti idonei a colmare questo gap. A tal fine, pertanto, resta centrale la richiesta al governo di un provvedimento per la detassazione degli aumenti contrattuali, anche per agevolare la conclusione dei rinnovi.
Altro tema fondamentale è quello della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche su questo punto, nonostante i reiterati appelli, non c’è stato alcun passo avanti, ma solo “zero investimenti”, con la conseguenza che non si può approntare un’efficace politica della sicurezza e che si continuano a contare, purtroppo, più di mille morti l’anno e oltre cinquecentomila infortuni sul lavoro. La Uil proseguirà nella sua battaglia “zero morti sul lavoro”, esplorando anche la possibilità di attivare, a tal proposito, reclami di carattere internazionale.
Restano, infine, confermate le già note richieste in materia di Mezzogiorno, sanità, fisco, pensioni e riduzione della precarietà lavorativa.
Per l’insieme di queste ragioni e su tutti questi temi, la Uil proseguirà la propria mobilitazione nelle forme e nei modi ritenuti più utili e opportuni a livello territoriale, di categoria e nazionale.
A ciò si aggiungono altre questioni di pressante attualità.
In particolare, in merito alla transizione ambientale, la Uil ritiene che sia necessario conseguire gli obiettivi del Green Deal. A tal proposito, chiediamo al Governo di sostenere in Europa la nostra proposta, lanciata nel 2022, di finanziare un fondo Sure 2.0, per proteggere i posti di lavoro delle aziende che stanno affrontando la transizione climatica. Ci aspettiamo, dunque, risposte concrete e immediate da parte della Commissione europea che, il prossimo 26 febbraio, dovrebbe pubblicare il Piano per l’industria verde. In assenza di tali provvedimenti, si renderà necessario riconsiderare e ricalibrare alcune misure, rafforzando il principio della neutralità tecnologica e permettendo alle aziende di adottare una maggiore diversificazione, allo scopo di tutelare il tessuto occupazionale.
In questo quadro e in via transitoria, anche per contribuire alla riduzione dei proibitivi costi dell’energia, la Uil ritiene che sia necessario puntare sul gas, sfruttando le capacità nazionali e aumentando l’attività estrattiva. Occorre, contestualmente, colpire gli abusi e le speculazioni, fissare un tetto ai prezzi, definire un’extra tassa sugli extra profitti dei giganti dell’energia.
Inoltre, la Uil lancia una sfida al governo e alle parti datoriali. Riteniamo, infatti, che siano maturi i tempi per ripensare e rielaborare l’attuale modello contrattuale, puntando a una semplificazione del sistema e avendo come obiettivo la crescita salariale, lo sviluppo economico e il rilancio della produttività e della competitività. In questo quadro, si inserisce anche la nostra battaglia per una misurazione certificata della rappresentanza, sulla base dell’accordo interconfederale sottoscritto a suo tempo in materia, che chiediamo venga recepito da un intervento legislativo di sostegno.
Sulla previdenza, infine, continuiamo a rivendicare una riforma del sistema pensionistico, fondato sulla flessibilità in uscita e che tenga conto dei lavori gravosi, delle donne e dei giovani. Anche per una più efficace tutela di questi ultimi, riteniamo che sia necessario sancire l’obbligatorietà della previdenza complementare.
In conclusione, da qui ai prossimi mesi, la Uil dovrà confrontarsi con altre due questioni, alla ribalta della cronaca già in questi giorni.
Innanzitutto, il rinnovo delle Rsu del pubblico impiego: si voterà il 14,15 e 16 aprile prossimo. Si tratta di un appuntamento che deve unire l’Organizzazione tutta e impegnarla fin da subito, insieme ai nostri candidati, per continuare a pretendere risposte concrete per il recupero del potere d’acquisto dei lavoratori pubblici. La Uil continuerà a rivendicare le ragioni che ci hanno portato a non sottoscrivere i Ccnl e a chiedere al ministro Zangrillo di integrare nella massa salariale del triennio 2022/2024 le risorse già disponibili per il 2025.
Infine, i referendum. Da tempo, il nostro sindacato ritiene che questo strumento debba essere riformato per recuperarne l’efficacia. C’è il rischio concreto che, in molte circostanze, così come è strutturato, esso non consenta di raggiungere gli obiettivi prefissati. Per queste ragioni, la Uil non ha partecipato alla raccolta delle firme né farà parte dei Comitati per i prossimi cinque quesiti referendari. Tuttavia, la Uil inviterà tutti ad andare a votare, per garantire una massiccia partecipazione democratica. Nel merito, poi, coerentemente con il proprio impegno sindacale, la Uil darà indicazione di votare per l’abolizione del Jobs Act, contro il quale abbiamo proclamato a suo tempo uno sciopero generale, e a favore di quello sulla sicurezza sul lavoro che, come è noto, è una delle battaglie distintive della nostra Organizzazione. Per gli altri tre quesiti, la Uil darà l’indicazione di libertà di voto.