Una ricerca storica mossa dalla fede profonda di una insegnante e due battipagliesi.
Mariarosaria Petrucci, docente, Emanuele Scifo e Luigi Germano, fondatori della Cooperativa sociale il Cantico, “innamorati” della patrona di Battipaglia, hanno deciso di approfondire la lunga e travagliata storia che portò la statua lignea della Madonna a diventare l’amata protettrice della città. E, soprattutto, a svelare il mistero sulle sorti di Ippolita Franchini, la donna che permise alla città di avere la statua della Speranza.
I tre sono partiti dalle notizie e dalle ricerche già svolte da Padre Franco De Crescenzo e da Enrico Iannone.
Fu infatti nel 1819 che il cavalier Domenico Antonio Franchini, nella penultima domenica di maggio di quell’anno portò nell’insediamento della Piana del Sele, non ancora assurta al ruolo di Comune, un quadro raffigurante la Madonna Della Speranza. L’opera venne posta nell’attuale Piazza Capone. Ma eventi ancora non accertati si susseguirono e l’effigie della Santa Patrona battipagliese scomparve per qualche tempo.
Vi fece ritorno solo nel 1878 quando la nobildonna Ippolita Marianna Raffaela Franchini, figlia del Cavaliere, decise di donarla definitivamente alla città.
Ma si trattava questa volta di una statua, non più di un quadro come quello paterno, il cui destino rimane avvolto dal mistero.
Incrociando i certificati di nascita e morte di Maria Giuseppa Rossi, madre di Ippolita, si presume che proprio in occasione del centenario della nascita della madre, Ippolita commissionò ad uno scultore napoletano la Statua lignea al fine di rafforzare il culto iniziato dal padre e dare ai fedeli un segno ancora più tangibile. La figura di Ippolita, pertanto, assume un ruolo fondamentale nel processo di radicamento del culto.
Ma questa è solo una parte dell’affascinante storia scoperta dai tre devoti, appassionatisi alla ricerca di documenti e fonti. Che destino ebbe, infatti, donna Ippolita? Come fare per renderle, finalmente, l’omaggio che Battipaglia le deve per aver permesso a Santa Maria della Speranza di custodire, proteggere e ispirare la città e i suoi abitanti?
Il mistero e l’iniziativa che i “nostri” intendono intraprendere verranno svelati in un prossimo appuntamento pubblico a fine aprile. Nell’anno del Giubileo della Speranza che ha visto la statua dell’amata Madonnina viaggiare fino in Vaticano, la città di Battipaglia potrà finalmente rendere grazie anche a chi ha permesso che divenisse il simbolo della città.
La ricerca e l’iniziativa godono del sostegno e dell’approvazione della Curia Battipagliese retta dal Parroco Padre Vincenzo Sirignano