Alessia Anziano
Giulia Calabrese
Arianna Liguori
Un lessico in continua evoluzione

Se noi immaginassimo le parole con un corpo, il linguaggio giovanile sarebbe come un organismo in perenne mutamento, capace di rinnovarsi e reinventarsi con straordinaria rapidità. E questo accade soprattutto nella società contemporanea, nella quale le parole utilizzate dai ragazzi risentono di molte “contaminazioni” e sfuggono alla comprensione degli adulti. Non figurano infatti, nei dizionari tradizionali e non sono regolamentate da istituzioni linguistiche come l’Accademia della Crusca o il Vocabolario Treccani. Eppure, proprio queste parole diventano il cuore pulsante della comunicazione quotidiana tra i giovani, definendo identità, appartenenza e modi di esprimersi.
Il rap come fucina di neologismi
Tra le principali fonti di innovazione linguistica spicca la musica rap, un genere che da sempre si nutre di slang e lessico di strada. Artisti italiani come Anna Pepe e Tony Effe hanno contribuito a diffondere nuovi termini, trasformandoli in veri e propri codici culturali. Emblematico è il caso di Bando, brano con cui Anna Pepe ha portato in Italia l’omonimo termine, utilizzato per indicare una zona periferica o un luogo di ritrovo giovanile. Nel testo, il verso “ci beccavamo nel bando, sopra il Booster…” ha reso immediatamente popolare l’espressione, ormai entrata nel lessico comune.

Un fenomeno simile si è verificato con il termine gyal, parola derivata dal patois giamaicano che significa “ragazza” e che, grazie al brano CADILLAC di Tony Effe, ha trovato spazio anche nel linguaggio italiano. Il verso “Gyal mett e’ storie mett o’ filtr, Sasha”, oltre a fondere slang internazionale e dialetto napoletano, dimostra come il linguaggio giovanile sia un crocevia di culture, dove l’ibridazione linguistica è la norma. Napoli, in particolare, si conferma uno dei centri più dinamici in questo processo di contaminazione, accogliendo termini provenienti da diverse realtà e adattandoli all’uso quotidiano.
Sanremo e la legittimazione del nuovo linguaggio

Se un tempo il Festival di Sanremo era considerato il baluardo della musica leggera italiana, oggi – lo dimostra anche l’ultima edizione nella quale Tony Effe ha cantato in romanesco – è diventato uno spazio di sperimentazione in cui trovano posto anche il rap e le sue evoluzioni linguistiche. Artisti come Rocco Hunt hanno portato sul palco dell’Ariston il linguaggio di strada, abbattendo le barriere tra dialetto, slang e italiano standard. Il successo di brani caratterizzati da un linguaggio fresco e immediato dimostra come il pubblico sia sempre più aperto a nuove forme di espressione.
Dalla fusione lessicale alla creazione di nuovi verbi
Dal punto di vista linguistico, i neologismi si formano attraverso diversi processi: la fusione di termini esistenti, l’aggiunta di prefissi e suffissi o l’adattamento di parole straniere. Un esempio significativo è il fenomeno del verbing, ovvero la trasformazione di sostantivi in verbi, come nel caso di shottare (da shot, bicchierino di alcol, che assume il significato di “bere velocemente” oppure “uccidere in un colpo solo”) o drippare (da drip, termine usato per indicare uno stile vistoso e ricercato nel vestire). Queste espressioni, inizialmente relegate a contesti ristretti, si diffondono rapidamente e diventano parte integrante del parlato quotidiano.
L’influenza dei meme nella diffusione dei neologismi

L’influenza dei meme nella diffusione dei neologismi
Un ruolo cruciale nella propagazione dei nuovi termini è svolto dai meme, autentiche fucine linguistiche capaci di trasformare semplici espressioni in fenomeni virali. Un esempio emblematico è il meme del “Chill Guy”, un personaggio antropomorfo creato dall’illustratore Phillip Banks nel 2023, che incarna un atteggiamento di estrema tranquillità anche in situazioni stressanti. Questo meme è diventato popolare su piattaforme come TikTok, dove gli utenti lo utilizzano per commentare eventi quotidiani con ironia e distacco.
Un linguaggio che sfugge alle regole
Il linguaggio giovanile non può essere codificato nei manuali tradizionali, perché è fluido, dinamico e strettamente legato ai cambiamenti culturali e sociali. Per comprenderlo, non basta consultare un vocabolario: è necessario immergersi nei contesti in cui nasce, ascoltare la musica che lo alimenta, osservare come si evolve nei luoghi di aggregazione. I neologismi non sono semplici parole, ma sono espressione di una generazione che comunica in modo nuovo, senza paura di rompere le regole della lingua, trasformandola in un gioco di invenzione e creatività continua.