IL SOGNO AMERICANO E’ AL CAPOLINEA
di POMPOSELLI MICHELLE
NATELLA GIUSEPPE JAMES TIBERIUS
SPATOLA PIERPAOLO
Gli Stati Uniti esercitano da sempre un’influenza determinante sul panorama internazionale, ma negli ultimi tempi il fascino del cosiddetto “sogno americano” sembra essere in declino. La crisi di questo ideale appare sempre più evidente, soprattutto alla luce delle recenti scelte politiche e sociali.
L’America rimane una potenza fondamentale sul piano economico, diplomatico e culturale, rappresentando ancora oggi una meta ambita per molte persone provenienti da tutto il mondo. Tuttavia, il governo attuale, guidato dal presidente Donald Trump, sta contribuendo a erodere progressivamente quel sogno di libertà e opportunità illimitate che ha caratterizzato per decenni l’immaginario collettivo.
Che piaccia o no, dagli anni Novanta in poi il modello americano è presente nel nostro modo di vestire e di connetterci con il mondo. Le app che utilizziamo, nel 90% dei casi, sono made in USA. Vale anche per i social. Parole in ordine sparso: jeans, hamburger, snickers, hot dog. Quanto il rischio dell’omologazione e l’ispirazione americana oggi presentano il conto all’Europa? Perché Musk arriva a dire all’Ucraina “se stacco Starlink, l’Ucraina crolla”, salvo poi rinegoziare, rimodulare, contestualizzare la propria affermazione, che sa di preavviso? Il sogno americano è infranto, oggi è sempre più difficile dialogare e stabilirsi negli States e il paradosso è che siamo parte di un grande Occidente che ha sempre guardato e si è sempre ispirato a chi oggi fa la voce grossa e dice “se voglio, ti schiaccio”. Il governo attuale, guidato dal presidente Donald Trump, sta contribuendo a erodere progressivamente quel sogno di libertà e opportunità illimitate che ha caratterizzato per decenni l’immaginario collettivo.
Con lo slogan “America is back”, Trump ha annunciato il ritorno di una politica fortemente nazionalista, adottando misure restrittive sull’immigrazione e ricorrendo perfino a strutture detentive come centri temporanei per migranti, tra cui il carcere di Guantanamo, suscitando notevoli critiche a livello internazionale.
L’approccio protezionista adottato dall’amministrazione Trump ha ulteriormente intensificato le tensioni diplomatiche, in particolare con la Cina, che ha reagito con misure economiche punitive aumentando i dazi sui prodotti statunitensi del 25%. L’Europa, con l’Italia in prima linea, sta cercando di mitigare queste tensioni attraverso negoziati diplomatici mirati a contenere i danni economici e politici.
Queste scelte politiche, unite a una crescente rigidità nei confronti delle libertà civili, sembrano segnare un allontanamento dai valori originari del “sogno americano”.Negli ultimi decenni, infatti, gli USA hanno mostrato un volto più aggressivo e interventista, alimentato dall’ambizione di confermarsi come unica superpotenza globale. Questa trasformazione ha comportato interventi militari in numerosi paesi, con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte.
Il sogno americano, simbolo di opportunità e libertà, appare oggi minacciato dalle stesse politiche interne ed esterne adottate dagli Stati Uniti, rischiando di trasformare una promessa di prosperità in un ideale sempre più lontano e meno raggiungibile.