La crisi strutturale dell’industria manifatturiera italiana, con particolare gravità nel Mezzogiorno, è al centro delle parole di Felice Iossa, dirigente nazionale del PSI e responsabile per il Sud del partito, intervenuto oggi a Napoli in occasione dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Una presenza simbolica ma politica, quella dei socialisti campani, che hanno voluto manifestare solidarietà concreta ai lavoratori del comparto in agitazione.
«La mobilitazione dei metalmeccanici è sacrosanta – afferma Iossa –. L’industria manifatturiera è al collasso e nel Mezzogiorno la situazione è diventata esplosiva. Il sistema dell’indotto è in affanno, l’automotive vive una crisi ormai strutturale, il settore aerospaziale non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia e su Fincantieri siamo in balia delle decisioni altrui, con ricadute locali marginali. L’industria chimica è praticamente scomparsa, l’acciaio è in agonia, basti guardare a Taranto».
Un’analisi lucida che mette a nudo l’assenza di una visione strategica. «Non si intravede – prosegue – una politica industriale degna di questo nome, capace di rilanciare i comparti strategici. Il Mezzogiorno mostra timidi segnali di risveglio, ma la distanza con il resto del Paese resta abissale. L’occupazione è ancora fragile, discontinua, priva di qualità. È un Sud che resta in trincea».
Iossa punta poi l’attenzione sul tema della sicurezza: «L’emergenza infortuni sul lavoro è un altro sintomo della fragilità del sistema. Si muore ancora troppo spesso nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi. È il fallimento di un modello che antepone il profitto alla tutela della vita umana. È giusto scioperare, è giusto protestare, è giusto chiedere ascolto. Questo governo, invece, si volta dall’altra parte».
«Il Mezzogiorno ha bisogno di politiche serie, di investimenti strutturali, di una strategia a lungo termine. Servono interventi su infrastrutture, innovazione, formazione, industria green. I socialisti – conclude Iossa – continueranno a stare dalla parte dei lavoratori, dei territori, delle imprese sane. Per un Sud che non sia periferia, ma protagonista del rilancio del Paese».