Caro direttore,
leggo sempre con interesse le riflessioni che il tuo giornale esprime ma non posso che dissentire questa volta con la tua redazione.
Mi riferisco all’articolo – questo: https://www.ilpezzoimpertinente.it/2025/03/30/calenda-le-sbaglia-tutte/ – in cui si sostiene che, “come sempre”, Carlo Calenda abbia sbagliato ogni mossa e, nello specifico, ad invitare la Premier Giorgia Meloni al secondo congresso nazionale di Azione che si è tenuto lo scorso fine settimana.
Dissento nel metodo, perché non credo che una valutazione politica complessiva possa ridursi a due o tre estemporanee pillole, e nel merito perché se non ci si confronta nei congressi e con le istituzioni, con chi e dove esattamente bisognerebbe farlo?
Ti lascio solo due o tre rapide considerazioni.
La prima: Azione ha una posizione chiara e ben identificabile su un tema di primo rilievo quale è il sostegno all’Ucraina, Paese aggredito, che, con la sua resistenza, sta difendendo anche la nostra libertà e il nostro stato di diritto.
Sono stati invitati, e bene ha fatto Calenda a farlo, tutti coloro che hanno ben chiara questa differenza.
La Schlein ha declinato, delegando Francesco Boccia; la Meloni ha accettato, l’abbiamo accolta e ascoltata. Proprio perché crediamo nella mediazione e nell’ascolto, senza alcuna genuflessione o svendita ideale.
Seconda considerazione: condivido – e Calenda ha fatto bene a ribadirlo – la necessità di #cancellare un modo di fare politica, quello sì davvero sulle spalle degli italiani, fatto di slogan, populismo allo stato puro e autoritarismo sotto mentite spoglie. Inneggiare alla pace solo per lucrare qualche voto in più è indegno. Con questa gente non può esistere mediazione, solo determinata alternativa.
Terza e ultima considerazione: sui territori si segue lo stesso spartito che viene seguito a livello nazionale e dunque si prova a porre al centro, per rivoluzionario che sia o che possa sembrare, davvero l’interesse delle comunità locali. Un conto è essere ondivaghi, altro è non essere pregiudizievoli.
Quello di Azione, e concludo, è stato un congresso contendibile e conteso. Alla mozione di Carlo Calenda si è affiancata quella di Giulia Pastorella, che ha posto con chiarezza sue idee per il miglioramento del partito.
Questo significa fare congressi, questo significa democrazia interna e sono sicuro che chi si ispira e si rifà al più antico partito italiano non può che apprezzarlo.
Pierre De Filippo
Vice Segretario provinciale Azione Salerno