È stata presentata lo scorso 27 marzo alla Camera dei Deputati nel corso dell’ evento “Un uomo può uccidere un fiore ma non può contenere la primavera” che ha visto protagonisti l’onorevole Gimmi Cangiano e la capogruppo di fratelli d’Italia in commissione di inchiesta per il femminicidio, l’ onorevole Elisabetta Lancellotta, la proposta di legge di Anna Adamo – Presidente dell’ associazione “Una Mano per le Donne”.
La proposta prevede l’istituzione di un sistema piramidale composto da un osservatorio sicurezza preventivo con arterie a livello regionale, provinciale e comunale collegati in linea orizzontale composto da figure professionali; corsi di formazione di due ore settimanali all’interno di tutti gli istituti scolastici, rivolte sia agli/alle alunni/e, sia ai loro genitori che agli/alle insegnanti, volte a promuovere le pari opportunità uomo-donna nel rispetto delle differenze legate al genere e capaci di educare gli/le alunni/e alla parità e all’equa distribuzione delle responsabilità sia all’interno della famiglia che nel più ampio contesto sociale.
L’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado.
Corsi di formazione per gli operatori che ruotano attorno alla violenza, avvocati, magistrati, forze dell’ordine, assistenti sociali, medici e insegnanti devono essere preparati e in grado di ascoltare e interloquire con una vittima che ha subito violenza attraverso la creazione di una rete omogenea su tutto il territorio nazionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio con risorse che devono arrivare in modo tempestivo e sistemico.
Potenziare l’aiuto economico alle donne vittime di violenza economica in attuazione
delle direttive del “trattato di Istanbul” attraverso dei corsi formativi per l’introduzione
nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza, attraverso stage presso aziende a
cui vengano riconosciuti contributi economici per l’assunzione privilegiata delle
stesse.
In via di prevenzione, inoltre, occorre potenziare i centri per gli uomini maltrattanti,
prevedendo un organismo terzo che controlli il percorso e l’effettivo risultato dei
maltrattanti in modo che queste persone, questi uomini violenti, possano prendere
consapevolezza del crimine commesso e ravvedersi. Predisporre percorsi psicologici
obbligatori di educazione alla genitorialità con progetti di lavoro per il recupero dalla
dipendenza affettiva, sullo schema delle comunità di recupero.
“Con questa proposta – dichiara Anna Adamo – si intende dare un contributo per potenziare una disciplina normativa a tutela delle donne, già esistente, ma mancante di omogeneità e continuità”