di Valeria Torri
Esiste una grande storiografia e una grande mitologia riguardo il vendere l’anima al diavolo. Nel corso della recente intervista rilasciata a “Che Tempo Che Fa”, la trasmissione condotta fa Fabio Fazio su Rai Tre, il Papa ha affermato che c’è un “controsenso nella Creazione”: «Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male». La guerra, dice il Papa, è «un controsenso della creazione». «Dio crea gli uomini, e però subito vengono le guerre». «Dio è onnipotente, ma nell’amore. La distruzione è in mano a un altro che semina divisione e distruzione da sempre. Dio ci accompagna sempre, ma poi lascia liberi. Dio è forte nell’amore. Io quando vedo soffrire i bambini mi chiedo: perché? Non c’è risposta. Io credo, cerco di amare Dio che è mio padre, ma non ho risposta. L’unica strada, di fronte a questa sofferenza, è soffrire con loro». Il Papa sollecita una riflessione sul problema della “categorizzazione”: «le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto. Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra. Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito. Ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre. E’ duro ma è la verità! La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere. Le economie si mobilitano per la cosa più importante: la guerra». Se innanzi all’ennesimo strazio che oggi colpisce l’umanità, dovesse sorgere in noi incredulità e spaesamento, avremo il tranciante chiarimento espresso dal Papa a tenerci orientati e coi piedi per terra. Il mondo in cui viviamo non è un “Truman show”. Guardando il nostro cielo, stamattina, così azzurro e terso per il forte vento di questi giorni, non si può non chiedersi com’è questo stesso cielo a Kiev. Cosa è significato sentire l’allarme delle sirene, il rumore assordante degli aerei e lo scoppio delle bombe dappertutto? I nostri nonni scuoteranno la testa di fronte allo scenario a cui stiamo assistendo. Molti di loro dall’aldilà. Loro lo sanno cosa significa la parola “guerra”. Oggi, e chissà per quanto tempo, sarà difficile parlare d’altro, distrarci completamente con gli affari di tutti i giorni. E’ scoppiata la guerra. La gente corre con la loro vita raccolta in poche valigie. E’ una guerra devastante e totale. Si pensa ai missionari a Kiev, anche italiani, che restano lì, a dare una mano, ai medici delle onlus che si offrono di offrire il proprio lavoro dove i loro colleghi ucraini non sono andati a lavorare per pensare, giustamente, alle proprie famiglie. Tutto il mondo sta condannando il gesto unilaterale del Presidente Russo e si avvarrà del contributo della scienza della politica internazionale per definire i nuovi equilibri, in termini di forze economiche e politiche, che necessariamente si produrranno. Probabilmente faremo i conti con il caro bollette, con gli aumenti dei prezzi della benzina e del gas, conseguenza delle scelte dei governi europei di isolare la Russia, che va necessaria fermata. Ma dobbiamo elevare le nostre giuste preoccupazioni, che riguardano il nostro quotidiano, ad un livello più alto. Un pensiero che può ben aiutarci a sopportare il disagio ed è l’idea che questo sacrificio economico ci porterà ad un nuovo equilibrio europeo, fatto di pace e democrazia.