di Anna Adamo
Era il 2017, il Covid-19 non esisteva e Anna Chiara aveva solo diciotto anni quando, al ritorno dal viaggio in Argentina che i suoi genitori le avevano regalato per il compleanno, iniziò a scrivere “L’ essenza dell’assenza”, terminato nel 2020, in quarantena, tra esami da preparare e una vita che sembra somigliare ben poco alla precedente.
“Ho iniziato a scrivere questo romanzo al ritorno dal viaggio in Argentina che i miei genitori mi avevano regalato per il mio diciottesimo compleanno, durante il quale ho avuto modo di visitare il museo dedicato al periodo della dittatura militare e il cimitero della Recoleta, in cui è sepolta Evita Peròn. Entrambi mi hanno colpita davvero molto e quando sono ritornata a casa, visto che continuavo a pensarvi, ho deciso di iniziare a scrivere il libro”.
Quello della giovane scrittrice è un viaggio attraverso se stessa, che le ha permesso di ripercorrere i cambiamenti più importanti della sua vita.
Come la stessa tiene a precisare, però, “L’essenza dell’assenza”, il cui titolo ha un doppio significato, in quanto essenza è intesa sia dal punto di vista spirituale, ossia come qualcosa che ha a che fare con l’ anima, sia proprio come profumo, non è un romanzo autobiografico.
Mi piaceva l’idea di questo doppio significato del titolo, perché l’essenza può essere vista sia come un qualcosa di astratto, se la si pensa in relazione all’anima e quindi la si riconduce poi all’assenza, tema ricorrente nel libro, sia come un qualcosa di concreto se la si pensa in relazione al profumo”.
Nonostante non si tratti di un romanzo autobiografico, tante sono le similitudini che legano Anna Chiara ad Alma e Luz, due tra le protagoniste.
“Rivedo in Luz la me del 2017, una ragazza ingenua e piena di sogni, che spera di riuscire a cambiare il mondo. Mentre, in Alma rivedo la me di adesso, sicuramente più adulta,ma anche più insicura e a tratti spaventata dal susseguirsi degli eventi, probabilmente perché non sa di essere l’unica artefice del proprio destino”.
“L’ essenza dell’assenza” è un intreccio di vite, di personaggi che riescono a ritrovare l’essenza scavando in un passato che non conoscono, perché è stato loro negato e solo ritornando in quei luoghi riescono a far sì che le essenza dell’ assenza diventi parte di loro.
Ci troviamo dinanzi un romanzo che oltre ad avere come protagoniste le donne e a metterle al centro di tutto, ci permette di riflettere sulla condizione di queste ultime e su quanto ancora ci sia da fare per far si che vengano considerate al pari degli uomini.
“Per le donne, dice la giovane autrice, è stato fatto tanto, ma c’è ancora molto da fare. Tanti, a parer mio, sono i diritti che dobbiamo conquistare. Studio medicina e vedo che tanti sono i pregiudizi che si hanno sulle dottoresse, cosa che, ovviamente, non si verifica con i dottori. Ecco, perché dico che nonostante si sia fatto tanto per le donne, si debba fare qualcosa di più”.
“L’ assenza dell’essenza” è questo e molto altro ancora.
É un libro capace di far riflettere, di indagare su noi stessi e farci conoscere meglio la parte più nascosta della nostra anima. Molteplici aspetti della vita sono raccontati da una giovane donna che, nonostante paure e insicurezze, non rinuncia al proprio futuro e soprattutto crede nella possibilità di dar vita ad un mondo migliore, in cui uomini e donne abbiano le stesse opportunità.
“Attraverso questo libro, conclude, ho voluto raccontare a tutti la storia della dittatura argentina, perché la si conosce davvero poco e poi ho voluto anche far riflettere sull’importanza di prendersi cura della propria storia e dei propri ricordi, perché questi ultimi possono costituire un trampolino di lancio per il futuro”.
Le parole di Anna Chiara non lasciano spazio ai dubbi e lanciano un’esortazione da non sottovalutare: non può esistere futuro se non si conosce il passato.