Di Felice Massimo De Falco
Tango Down. È questo il messaggio con cui gli account Twitter legati ad Anonymous stanno documentando i loro attacchi. Una formula che arriva dal gergo militare e che negli ultimi giorni è stata associata a diversi siti legati al Cremlino. Gli ultimi sono i colossi dell’energia: il collettivo hacker ha reso irraggiungibili i portali di compagnie come Gazprom, Rosneft e Lukoil. Tutte aziende legate all’energia che si occupano di gestire il gas e il petrolio russo. Sempre da Anonymous vengono confermati gli attacchi ai siti governativi della Bielorussia, qui sono stati colpiti i siti dell’esercito e di diversi ministeri. Nelle ultime ore un account legato ad Anonymous aveva diffuso un messaggio video avvisava Vladimir Putin che la cyber war era appena iniziata: «Presto conoscerai la furia degli hacker di tutto il mondo».
Sono da poco passate le 20 di venerdì sera quando l’account Twitter di Anonymous tv annuncia che il collettivo di attivisti è riuscito a violare il database del ministero della Difesa russo. La guerra, come accade da una decina di anni a questa parte, si combatte anche a colpi di dati e informazioni trafugate. Una cyber warfare che corre parallela ai carrarmati e ai missili. A testimonianza delle parole pubblicate nel tweet, le immagini che mostrano l’elenco dei dati che Anonymous sarebbe riuscito a raggiungere e un link con l’invito al download. Il post sarà poi rimosso per aver violato la policy di Twitter, ma non prima di essere stato visto e apprezzato da decine di migliaia di account. Molti di questi tentano di capire come quelle informazioni personali, numeri di telefono, e-mail e password presumibilmente appartenenti ai funzionari della Difesa possano essere usati per danneggiare il regime di Vladimir Putin. Poco più tardi arriva l’appello del collettivo: «Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia in nome di Anonymous, fatele sapere che non perdoniamo, non dimentichiamo. Anonymous possiede fascisti, sempre».
Nelle prime ore della notte, il ministero della Difesa russo si affretta a negare tutto l’accaduto e, in un comunicato, chiarisce che la violazione di dati privati di cui parla Anonymous è un «ridicolo falso». «Tutti i mezzi hardware e software del portale Internet del ministero della Difesa russo funzionano come al solito con i parametri che sono stati assegnati». Poi però riconosce che un database potrebbe essere stato bucato ma – precisa – non si riferisce ai dati privati del personale del ministero, quanto piuttosto a informazioni di personale esterno, che farebbe capo a ditte private. Stando alla posizione del ministero, altre informazioni non potrebbero essere state rubate perché «i server del sito web non memorizzano dati personali di militari e altri dipendenti del ministero della Difesa. È semplicemente proibito dalla legge russa, cosa che gli ucraini non conoscono».