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23 Novembre 2024

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 Paulo Fonseca racconta l’incubo dell’Ucraina

Paulo Fonseca è riuscito a tornare in Portogallo con la famiglia. E racconta l’incubo dell’Ucraina sotto le bombe. “Sono riuscito a portare via la mia famiglia, ma abbiamo lasciato praticamente tutto lì- dice l’ex tecnico della Roma- È difficile provare felicità in questo momento. Ho un grande legame con l’Ucraina, vivevo lì”. Fonseca racconta la prima notte di bombardamenti: “Erano le 4 del mattino e abbiamo sentito le bombe cadere a Kiev. E’ stato il momento più difficile. Siamo stati presi dal panico, abbiamo preso le nostre borse e siamo usciti in strada. Volevamo lasciare Kiev in quel momento, ma c’era troppo traffico in strada. Da lì, siamo andati all’hotel del presidente dello Shakhtar Donetsk. Non avevamo alcun dubbio che la guerra fosse iniziata”. Durante il viaggio, durato oltre 30 ore, “abbiamo visto colonne militari, c’erano aerei che passavano e sirene che suonavano. Ci siamo fermati solo una o due volte. C’erano code ovunque, non c’erano né cibo né benzina nelle aree di servizio. Non ho parole per descrivere quello che ho visto. Stanno soffrendo molto e combattendo duramente per difendere la patria. Il presidente è il primo. Abbiamo molti amici che si sono arruolati: sono al fronte, ma per ora stanno bene. Siamo molto preoccupati per loro. Poi ci sono anche numerosi personaggi pubblici che si sono arruolati per combattere. Ho visto una marea di persone che volevano entrare in Ucraina per aiutare l’esercito. Sarà una guerra difficile, ma credo che l’abbiano già vinta questa guerra. onestamente, se c’è una cosa a cui non ho pensato in questi giorni è proprio il calcio“. 

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