di Valeria Torri
In questo tempo incerto e angosciante, abbiamo la possibilità di attendere di tornare alla vita di prima, oppure possiamo scegliere di agire, per liberarci dall’immobilità, dall’impossibilità di progettare compiutamente e dalla sensazione di non poter sognare. Qualunque siano l’età e la condizione, l’unico modo per sentirsi vivi è sognare. E sognare in grande. Sognare l’impossibile. Sognare in modo ambizioso.
Questo tempo sospeso induce alla riflessione su ciò che è importante per noi. Esso rappresenta l’occasione per andare a fondo dell’anima e chiederci se va tutto bene, se siamo felici. La maggior parte delle persone non osa perché conosce già la risposta. Con ogni probabilità, per non dirlo, per non dirsi che, no, la propria vita non sta andando come se l’era immaginata, ripiega sul concetto di serenità, come a voler nascondere la polvere sotto al tappeto. Ma una certa parte di mondo ha fame di visioni di un futuro positivo. E nell’atteggiamento di chi cerca di trasformare questa immobilità in una chance di rimettere tutto in discussione per cogliere il seme di un nuovo slancio risiede il concetto di resilienza, che deriva dal verbo latino “resilire”, letteralmente <saltare indietro>. Si ritiene che la resilienza sia legata, per un lato, a tratti della personalità quali l’autostima e l’ottimismo, e in parte al cogliere la sfida che è racchiusa in una situazione di stress. Il nostro tempo, in altri termini, può esporci ad una fragilità importante oppure ad una nuova abilità nel trovare un’opportunità verso quel destino che era “in nuce”.
Un pezzetto di carta su cui siano fissati pochi punti elenco può essere una povera rappresentazione del concetto di sé, ma è una sorta di mappa di chi siamo, di dove desideriamo andare e di cosa possiamo (siamo disposti) a fare per arrivare. Un guida turistica che ci consenta di aggirarci in un territorio sconosciuto e trovare ciò che ci interessa. Al pari della vitamina D, responsabile di processi di sintesi che assicurano lo stato di salute della persona, i sogni, convertiti in obiettivi e progetti per la nostra vita, possono rivelarsi importanti attrattori di nuove opportunità e generare felicità. Se riusciremo a dare ai valori un ordine di priorità secondo una gerarchia generale che indichi quali di solito contano di più per noi, potremo fare più esperienze preziose, senza sprecare troppo tempo in ciò che non è importante. Per fare ciò, dovremo soffermarci sulle ragioni profonde che ci spingono a desiderare quella o quell’altra cosa, esperienza o risultato. Descriverne le ragioni alla base e, a quel punto, tradurle in affermazioni positive. Vale a dire, una frase, un mantra, da rileggere ogni giorno, volendo in tal modo produrre un sistema di auto persuasione a tener fermo l’impegno che abbiamo assunto con noi stessi. Tanto più il crono-programma delle azioni sarà dettagliato, tanto più alte saranno le probabilità di raggiungere la meta. La visione della versione di noi stessi nel futuro, altresì, può rivelarsi un esercizio di grande efficacia: immaginare concretamente come ci sentiremmo ad essere lì, in quel posto, in quel momento, in quel futuro, già realizzati nella nostra ambizione può avere un immediato condizionamento sulla mente, indirizzandoci spontaneamente nelle azioni e comportamenti virtuosi, utili allo scopo.
Esporsi ai sogni può avere un effetto sulla nostra mente simile a quello che riceve il nostro corpo quando aumenta, in modo corretto, l’esposizione al sole, grazie alla sintesi e produzione di vitamina D della pelle.
Numero studi clinici dimostrano che un atteggiamento ottimistico, insito nello stato d’animo del “sognatore”, può addirittura avere effetti positivi sulla lotta del paziente contro la malattia, verso un processo di guarigione che il paziente immagina come necessario alla realizzazione del suo obiettivo, del suo sogno.
La dottoressa Simona Abate, Psicologa – Psicoterapeuta per la Direzione Sanitaria Azienda Ospedaliera – Universitaria Sant’Andrea, è Referente Scientifico per “Lo Sportello dei Sogni”, Organizzazione di Volontariato. Il progetto ammirevole è nato da un sogno, quello di Fiorangela Giuliano, ex paziente “sognatrice”, guarita da una leucemia mieloide acuta. Nata a Salerno 48 anni fa, Fiorangela,volontaria AIL, fondatrice della sezione di Salerno e volontaria nei reparti oncoematologici pediatrici, harealizzato il suo sogno creando lo Sportello dei sogni, un’Associazione senza scopo di lucro che è dedicata ai sogni del cuore dei pazienti oncologici di tutte le età. Lo Sportello dei Sogni ha siglato, nel tempo, Protocolli di Intesa con l’A.O.U San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e con L’Istituto dei tumori di Napoli. Il progetto parte dal principio che i sogni possono essere un supporto psicologico alle cure. A fare da tramite tra i desideri dei pazienti e lo Sportello è un team di psicologi. L’Organizzazione riesce ad esaudire i piccoli desideri dei pazienti grazie a convenzioni che ha con alberghi, ristoranti, compagnie di volo e ai contributi economici dei volontari e di tanti sostenitori.
A ogni paziente vieneconsegnata una scatola con dentro una bacchetta magica e una federa di raso colorata di un cuscino: la bacchetta per esaudire i desideri, la federa per sentirsi a casa. Tra i sogni già realizzati, c’è quello di Monica, 50 anni, paziente presso il reparto di Senologia dell’Istituto dei tumori di Napoli, che ha chiesto e realizzato il desiderio di fare un viaggio “particolare” con le sue due figlie, trascurate a causa della malattia. Detto fatto. Fiorangela ha consegnato un buono per mamma e figlie per un tour in elicottero su Roma alla scoperta dei siti archeologici mai visti. C’è il sogno di Lia, di iniziare un corso di pittura per arrivare ad inaugurare una personale delle sue opere.
E poi, c’è chi ha offerto un momento da sogno, mettendo a disposizione la propria professionalità, e il proprio staff, per allestire un salone di bellezza nel reparto di radioterapia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno, regalandoun “trucco da sogno” alle pazienti. Eva, 54 anni, e il suo desiderio del cuore di guarire. Olandese di nascita, vive in Italia da 30 anni. Ex modella e cantante rock. Una suaamica scrive allo sportello dei sogni per realizzare il suo desiderio nascosto: vivere le emozioni di una serata da star come ai vecchi tempi. Con l’inganno, le dice di prepararsiper un evento privato in cui occorre essere eleganti mentre sotto casa è parcheggiata una limousine che, invece,conduce Eva al castello delle favole, quello del boss delle cerimonie, La Sonrisa di S.Antonio Abate (NA). <<Ho pensato per un attimo che il mio cuore non reggesse a tanta emozione, finalmente ridevo e piangevo soprattutto per gioia. Amici e i matti sognatori Volontari dello Sportello dei Sogni ad accogliermi come se fossi una star, la famosa Donna Imma a darmi il benvenuto e omaggiarmi di fiori e poi una splendida cena nella sala reale e alla fine…il regalopiù grande: ho cantato con Raoul, un artista che era presente li! Ringrazio anche il grande artista Pippo Pelo per gli abbracci e l’affetto donatomi…lui un sognatoredell’Associazione. Sono giorni che non dormo per i brividi vissuti e sono carica di adrenalina quella che serve nella lotta al cancro. Guarirò presto e come ho promesso in quella serata da star, ritornerò a cantare anche se non rock aggressivo ma lo farò perché la mia vita non puòfermarsi.>>
Oggi Fiorangela Giuliano, 48 anni, è testimonial AILNazionale, ed è fermamente convinta quando ci dice: <<L’ ossigeno nutre il corpo ma le emozioni e i sogni nutrono l’anima ed il cuore di tutti, in special modo dei pazienti>> IL SITO
Valeria Torri