Di Felice Massimo De Falco
Un Sanremo 2022 colmo di colpi di scena ed emozioni. Cristina, infatti, è stata protagonista di interviste ed ospitate dal 1° al 3 febbraio, periodo nel quale l’abbiamo trovata su eventi e in diretta radiofonica nel programma di Davide Bottiglieri in onda su Radio Musica Television, on air dalla Lombardia alla Campania con Luca Capacchione ed Edoardo Domenico Annunziata.
Cristina Leone Rossi è stata presente all’edizione corrente del Festival per portare avanti la campagna crowfunding del suo nuovo romanzo “Dopo?”.
Accolta da Marco Lanfranchi patron di Area Stile per sistemare il look presso lo splendido cinque stelle Hotel Royal, Cristina ha iniziato la sua “avventura festivaliera” scambiando qualche battuta con Simone Zani di I-Music Fun.
Racconta Cristina a proposito del suo progetto “L’obiettivo è arrivare ad almeno 200 pre-ordine, che serviranno a raggiungere la pubblicazione effettiva del romanzo”. Facciamo un passo indietro e partiamo dal suo primo romanzo “Non trovo più parole” (edito da bookabook e pubblicato nel maggio del 2021).
Un noto giornalista di La7 Andrea Purgatori, famoso per le sue inchieste, sceneggiatore e scrittore, ha curato la prefazione del romanzo d’esordio di Cristina. Lei racconta che a metà settembre 2021 – reduce dalla comparsa nella “sua” Venezia, per la prima volta con la sua opera alla mostra del cinema -, è partita per Firenze. E’ stata invitata alla rassegna letteraria, che si è tenuta presso la Limonaia di Villa strozzi, ed ha avuto il piacere di presentare il suo libro su di un palco in compagnia del relatore Jonathan Rizzo e l’attore Roberto Luigi Mauri che ha letto alcuni stralci dal libro. È stata un’occasione splendida per rendersi conto di quanto sia bello portare in giro le parole trovando il favore di chi ascolta.
NON TROVO PIU’ PAROLE
Lo scrittore Edoardo Timbri è un uomo che forse ha raggiunto la fine. È alla fine del suo romanzo, forse l’ultimo. È alla fine dei suoi giorni. Forse gli ultimi sette. E come accade nei libri è alla fine che si fanno i conti, che si restituisce il senso ultimo di tutte le parole scelte, che si capisce il senso di tutte le scelte fatte. Perciò decide di usare il tempo che gli resta per raggiungere le sette persone che più ha amato e fatto soffrire, e provare a guarire insieme a loro. Alla ricerca delle parole che non trova, a cavallo di una vespa, con un bagaglio di errori, domande, parole rubate, disillusioni, vaga sicuro di raggiungere una meta che gli darà risposte. Forse.
DOPO?
“Dopo?” è la storia di due anime di carta che si ritrovano prima ancora di incontrarsi, a scriversi. È una storia d’amore che nasce inaspettatamente, coinvolgendo due persone profondamente lontane e diverse, a partire dal dato anagrafico. I protagonisti, Sonia e Fabio, si ritrovano innamorati ed alle prese con la difficoltà che questo amore comporta a loro ed alle loro vite così agli antipodi. Fabio ha raggiunto i quaranta, Sonia ancora vent’enne. Fabio professore e poeta, Sonia alla ricerca di sé stessa.
Cristiana si mette “a nudo” per noi
- Qual è la dimensione artistica in cui dai il meglio: attrice, speaker o scrittrice?
Nasco ballerina. Danza classica. Il primo amore, ovvero la prima forma d’arte scelta per esprimermi è stato il balletto. Forse, addirittura, credo di non aver scelto proprio niente, è stata la danza, a trovarmi e a scegliermi. Questo piccolo miracolo, alla stessa maniera, si è ripresentato con la scrittura che io lego in un “fil rouge” all’arte recitativa e della parola parlata. Credo siano tutte anime nate dalla stessa madre, e per questo estremamente connesse fra loro. La scrittura certamente è la tavola in cui imprimo i miei colori tramite la parola scritta, che io sostengo fermamente sia: la radiografia dell’anima.
- Hai respirato a pieni polmoni l’atmosfera di uno dei Festival di Sanremo più seguiti nella sua storia. Che esperienza é stata?
So per certo che definire la mia esperienza sanremese “meravigliosa” è banale. Ma è estremamente veritiero, nel senso più profondo del termine. Ritrovarmi lì con il mio romanzo d’esordio “Non trovo più parole” e il nascituro “Dopo?” e poterne parlare è qualcosa che porta con sé un’immensa meraviglia.
- In questa occasione hai promosso il tuo libro.
Perché hai scelto la formula del crowdfunding?
Mi è stata consigliata questa strada da un amico attore che stimo molto. L’ho trovata congeniale a me e a ciò che avevo intenzione di fare. Portare le mie parole al di fuori del recinto della mia intimità e mostrarle ad altri occhi che non siano i miei. Bookabook, la mia casa editrice in questo, è molto intelligente e dà la possibilità a nuove penne di poter cimentarsi seriamente nel mestiere dello scrivere e del conseguente mercato.
Cosa rappresenta per te questo libro?
Dopo? Il mio secondo romanzo che a settembre verrà pubblicato, racconta una storia a me molto cara. Ci tenevo a parlare d’amore, levando di dosso l’idea che il “parlar d’amore” sia qualcosa di scontato e banale. Non sono assolutamente d’accordo. Credo che niente lo sia. Ciò che rende ogni cosa “non banale” è il modo in cui si sceglie di parlarne. Io sono stata molto vera. Ho espresso il mio punto di vista su quello che io ritengo essere un amore difficile, ma impossibile da non riconoscere come tale. Parla di due anime di carta, così le definisco perché, Sonia e Fabio, prima ancora di incontrarsi, si sono conosciuti attraverso la parola scritta, che abbatte i muri del giudizio e della distanza.
E “Non trovo più le parole”?
Non trovo più parole è il primo amore. È inevitabile che ne terrò per sempre un ricordo positivo. È la prima opera da me scritta che ha visto la luce, e io sono grata a tutti coloro che hanno reso questo possibile. Rimango meravigliata di fronte al constatare che le mie parole, non sono più solo mie, ma di chi ha avuto e avrà la voglia di leggerle portandosele agli occhi. Sono molto legata al personaggio di Edoardo Timbri, questo scrittore scapestrato ma estremamente simpatico nel suo essere un cinico convinto. Mi ha insegnato molto, tramite il suo viaggio introspettivo nel suo tempo ormai agli sgoccioli. Ed io mi auguro di aver lasciato qualcosa a lui. E a chi ha avuto modo di incontrare e conoscere Edoardo.
Sei abbastanza prolifica: dove trai ispirazione?
Da quella che io ritengo essere in assoluto la madre di tutte le idee, fantasie ed ispirazion: la vita. Guardarla, attraversarla, riconoscerla e raccontarla nella sua verità, poesia, follia, con onestà, un pizzico di spregiudicatezza e quel po’ di magia. Darle valore tramite l’inchiostro che ne conserva l’eternità della memoria, che per definizione è effimera.
Andrea Purgatori ha prefatto il tuo libro. Perché hai scelto lui?
Un meraviglioso regalo per me è stato vedere il mio romanzo d’esordio firmato da un rispettabilissimo giornalista, scrittore e sceneggiatore quale è indiscutibilmente Andrea Purgatori. Lo vivo con estrema gioia, riconoscenza, quasi fosse un battesimo per la mia scrittura. Edoardo Timbri, sicuramente lo ringrazierebbe, essendone collega.
- La pandemia ha reso tutto più difficile. Come hai reagito?
È inutile e superfluo parlare di cos’è stato per me, come per tutti, lo scoppio pandemico che ci ha colpiti e che cosa ha comportato, e che graffi e ferite ci ha lasciato. Nel mio caso, ho reagito scrivendo. L’unico modo che avevo per difendermi dalla paura e dallo sconforto, esorcizzando con la nascita di Edoardo Timbri, il quale affronta una difficoltà per nulla trascurabile: gli ultimi sette giorni da vivere. Per me dare al mio protagonista una scadenza di questo tipo è stato utile per ritrovare la dimensione del mio tempo, di quel tempo che a tutti noi non era chiaro e che ci trasmetteva angoscia e smarrimento. Non so cosa avrei fatto se non avessi scritto: Non trovo più parole. Sicuramente se non avessi scritto, sarei stata ancora più male e mi sarei nascosta sotto al letto fino a che qualcuno, accorgendosi di me, non mi avesse detto di uscire di lì una volta finito tutto.
- I tuoi libri hanno un sapore autobiografico?
Chi scrive, inevitabilmente parla di sé. Mascherandosi, travestendosi, confondendosi con l’inchiostro, ma ogni parte del proprio “Io” esce e si riversa sul foglio per interrogarsi, analizzarsi, ritrovarsi, e se va bene anche accettarsi e perdonarsi.
- Quali progetti hai nel breve periodo?
Scrivere. Scrivere. Scrivere?
Scriverò. Vivrò. E scriverò ancora dopo aver vissuto. Continuando così fino a che non finirà il mio tempo.
Nel periodo più prossimo uscirà nelle librerie “Dopo?” il mio secondo romanzo, edito bookabook